In Siria evitata la guerra globale: accordo USA-Russia per il “cessate il fuoco”
La questione Assad passa, per ora, in secondo piano. Il primo scontro sul piano di pace dell’Onu per la Siria è su una lista di 162 nomi presentata nei giorni scorsi dalla Giordania: i gruppi considerati terroristi che non potranno partecipare ai negoziati, e che quindi o si ritirano o rischiano l’eliminazione fisica. È la base dell’accordo per il cessate-il-fuoco che dovrà scattare a gennaio. L’elenco è riservato, ma – si legge su “La Stampa” – dalle prime indiscrezioni è evidente che sia America che Russia hanno fatto grossi sacrifici. Mosca ha ottenuto che nella lista, oltre all’Isis, fossero inclusi non solo Al Nusra (emanazione di Al Qaeda e difesa, sottovoce, dalla Turchia) ma anche il gruppo salafita appoggiato dall’Arabia Saudita Ahrar al Sham. E persino formazioni «vetted», cioè selezionate dalla CIA, come Nour al Din, che controlla la parte Sud di Aleppo e ha ricevuto armi americane.
USA ha ottenuto che la Russia sacrificasse il più prezioso alleato di Mosca, l’Iran.
Già prima dell’accordo, Damasco aveva lasciato trapelare che la Russia aveva chiesto ai 7mila Pasdaran iraniani di lasciare il Paese. Nella lista dei gruppi terroristi ci sarebbero le formazioni Hezbollah (libanesi, iraniane, irachene) che combattono a fianco dell’esercito di Assad. La questione più spinosa sarà convincere a ritirarsi i libanesi, che hanno pagato con la vita di centinaia di combattenti la lealtà verso l’asse sciita. Da Teheran il ministro degli Esteri Javad Zarif ha protestato con la Giordania, e ha ammesso che «restano differenze» fra le parti, anche se la risoluzione Onu «aiuta».
Mosca è soddisfatta: con Putin la Russia è tornata centrale nel gioco globale
Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov parla di una transizione poli tica che «non dovrebbe durare più di un anno e mezzo». Putìn invece avverte che la Russia «non ha ancora espresso tutto il suo potenziale» a livello militare. E quindi è in grado di sopperire ai buchi che lasceranno gli iraniani. Anche se il nemico turco – che ha annunciato il ritiro delle truppe dall’Iraq – ora gli crea qualche grattacapo in più. Se Putin minaccia: «Provino i jet turchi a volare sulla Siria…», Ankara con il premier Davutoglu risponde a tono: «Finita l’epoca del Kgb». La partita attorno alla Siria va ben oltre Assad e i gruppi terroristici.