I sorrisetti di Renzi sono una fregatura: nel 2016 stangherà gli italiani. Ecco come

30 Dic 2015 9:46 - di Fulvio Carro

Non c’è solo la stangata sull’età pensionabile. La stagione di Renzi “regala” agli italiani un 2016 di aumenti dei prezzi. Il premier, nelle sue sceneggiate, ha cercato di metterci una pezza, negando l’evidenza. Ma sulle cifre è impossibile giocare.

Ecco gli aumenti previsti per il 2016

Da Unimpresa arriva il primo dato sconfortante: nel 2016 la pressione fiscale nel Paese sarà sopra il 43% e resterà così almeno fino a tutto il 2018. Il Codacons, dal canto suo, ha parlato di una stangata in arrivo per le famiglie da 551 euro, con tanto di aumenti per prezzi e tariffe. Anche per colpa dell’inflazione, che tornerebbe a far capolino con un +1% che obbligherebbe le famiglie a sborsare 298 euro in più per la crescita dei prezzi al dettaglio e 189 per la sola spesa alimentare. L’associazione di Carlo Rienzi, pur riconoscendo la flessione del prezzo dei carburanti e del canone Rai, prevede un incremento dei prezzi per la ristorazione (26%), delle tariffe per la raccolta rifiuti e dei servizi idrici (137 euro a famiglia su base annua). A pesare sul portafogli saranno anche i trasporti in generale – treni, aerei, taxi, mezzi pubblici, traghetti e quant’altro – per un ammontare di 44 euro, che andranno a sommarsi ai 27 euro che mediamente si dovranno sborsare al casello autostradale.

Segno più anche per i servizi bancari, per i quali si dovranno pagare 18 euro in più rispetto al 2015, e +9 per quelli postali. Altro capitolo suscettibile di aumenti è quello dell’energia: colpa del nuovo sistema tariffario varato dall’Autorità che prevedibilmente varerà rincari per buona parte degli italiani. Parlando di prezzi non è possibile, tuttavia, dimenticare quello che è stato definito da molti analisti l’«effetto Bataclan», che inevitabilmente ha ridotto di molto la voglia degli italiani di trascorrere tempo fuori casa, con effetti negativi evidenti su hotel e ristoranti. Il costo dei carburanti? È bene ricordare – come ha fatto la Cgia di Mestre pochi giorni fa – come al momento il costo del petrolio sia il più basso dal dicembre 2008, fatto però che non si traduce in un esborso minore per i costi alla pompa, visto che il pieno di benzina pesa sulle tasche degli automobilisti italiani circa il 30% in più. Tutta colpa della componente fiscale, aumentata del 32%, visto che nel 2008 un litro di benzina costava mediamente 1,115 euro al litro e oggi, nonostante la gelata del prezzo del petrolio, si aggira intorno a 1,451.

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