Salvini come la Le Pen: “Chiudere le moschee radicali”. Distinguo da FI

16 Nov 2015 9:25 - di Redazione

Gli attentati di Parigi e l’appello alla coesione nazionale lanciato da Renzi hanno avuto l’effetto di mostrare quanto sia fragile l’unità del centrodestra. Già sabato sera, dopo l’incontro a Palazzo Chigi del premier con tutti i capigruppo, era emerso un atteggiamento diverso. I leghisti Fedriga e Centinaio avevano definito inutile quella riunione, riporta “la Stampa”. «Renzi ci ha fatto solo perdere tempo». Mentre il presidente dei senatori azzurri Paolo Romani aveva accolto la sollecitazione che veniva dal governo a non dividersi. Perfino il falco Renato Brunetta ha assicurato che il suo partito seguirà la linea della coesione nazionale. Questo, ha precisato ieri Brunetta, non significa stendere «un velo pietoso sulla compiacenza del governo italiano verso un’Europa che ha tradito se stessa, accettando l’egemonia tedesca». Quell’Europa che per Berlusconi è «un nulla politico e uno zero militare assoluto».

Differenze tra Lega e Forza Italia dopo la strage di Parigi

Per il Cavaliere non è il momento di polemizzare. E infatti a Porta Porta ha accolto la richiesta del ministro Pinotti di essere uniti nella guerra che ci è stata dichiarata. Il leader leghista Tutt’altro tono quello di Salvini che continua ad attaccare a testa bassa il ministro dell’Interno Alfano, definendolo «un complice» dei musulmani radicali perché sarebbe incapace di fermare l’immigrazione. «Questo governo con Alfano espone l’Italia a pericoli. La Lega è disponibile a collaborare sull’emergenza terrorismo, ma se si va avanti soltanto con le chiacchiere di Renzi noi non ci stiamo». Chiudere le frontiere, sospendere Schengen, cacciare migliaia di immigrati. E poi guerra in Siria e in Libia («via terra, via aria»). Per Salvini, in campagna elettorale permanente, va bene tutto «tranne la soluzione italiana, prospettata dal ministro Pinotti, che vuole intervenire un pochino». Parole dette ad una manifestazione in provincia di Pescara dal titolo «Ripensare l’unione dell’Europa» organizzata dal fronte No-Euro che conta tra i promotori il docente di economia Alberto Bagnai e l’ex manager leghista Claudio Borghi.

Tajani attacca Salvini: “No alla guerra di religione”

È una linea che cozza frontalmente con l’ala moderata di Forza Italia e con chi in Europa tiene i rapporti con il Ppe e la Merkel. Antonio Tajani sostiene che è un errore politico pensare di chiudere tutte le moschee perché è quello che vuole lo Stato islamico: la guerra di religione. L’Ue sarà pure debole, afferma il vicepresidente del Ppe, ma la soluzione non è farsi nemici 1,7 miliardi di musulmani. Insomma, quando si entra veramente nel merito dei problemi le distanze tra le forze del centrodestra esplodono. L’unico punto in comune è Mosca, il ruolo che deve essere riconosciuto alla Russia, l’errore europeo e americano di avere emarginato Putin: Berlusconi lo considera l’unico statista intemazionale in circolazione e Salvini va spesso a omaggiarlo.

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