Saluti romani per Ramelli, 16 condanne. E all’Anpi vanno 16mila euro di risarcimento

19 Nov 2015 15:39 - di Giovanni Trotta

Sono stati condannati a un mese di reclusione e a una multa di 250 euro 16 militanti di destra accusati di aver violato la legge Scelba del 1952, per aver compiuto “manifestazioni usuali del disciolto partito fascista” come il ‘saluto romano’, durante la commemorazione a Milano, nell’aprile 2013, di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. E’ la prima volta che viene emessa una condanna a Milano per presunta apologia del fascismo durante l’annuale manifestazione.  L’Anpi, parte civile nel processo, rappresentato dall’avvocato Federico Sinicato, ha proposto di condannare gli imputati al pagamento di un risarcimento complessivo di 50 mila euro, sottolineando «l’umiliazione subita dai milanesi “democratici e antifascisti” a causa della loro condotta. I giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano hanno invece disposto un risarcimento complessivo di 16 mila euro a favore dell’Anpi. Tuttavia lo scorso 19 giugno dieci militanti di estrema destra erano stati prosciolti dal gup di Milano per gli stessi episodi avvenuti però l’anno successivo, nel corso della manifestazione del 2014. Tra loro anche alcuni imputati sotto processo per i fatti del 2013, che erano stati rinviati a giudizio da un altro giudice. Nella sua requisitoria, il pm Basilone ha sottolineato che «tali condotte sono chiaramente riconducibili alla simbologia fascista» e «la legge ci impone di incriminarle».

A giugno altri imputati furono prosciolti dal gup di Milano

Si è trattato quindi secondo il pm di una manifestazione (che si tiene da anni a Milano per commemorare Ramelli e Pedenovi, assassinati negli anni ’70 nel capoluogo lombardo, e Borsani, ucciso il 29 aprile 1945 dai partigiani) «evocativa dell’ideologia fascista, durante la quale non è stato commemorato il defunto ma il camerata». Prima che prendesse la parola il pm, sono stati interrogati in aula alcuni degli imputati, che hanno respinto le accuse. «La commemorazione si è sempre svolta in un clima tranquillo e sereno», ha spiegato il cantante Federico Goglio, in arte Skoll, che nel 2013 fu incaricato di fare la chiamata del presente. «Il saluto romano esisteva da prima del fascismo, che lo ha fatto proprio – ha proseguito – mentre il “presente” è un tema militare. Non sono iscritto a nessun partito ma partecipo da anni alla manifestazione, in quanto mi identifico in valori di un certo tipo». Va appena ricordato che l’assassinio di Sergio Ramelli, giovanissimo militante del Fronte della Gioventù a opera del servizio d’ordine dell’ultra comunista Avanguardia Operaia, è stato uno dei crimini più efferati degli anni di piombo: il giovane fu massacrato a colpi di chiave inglese in nome dell’odio antifascista che in quegli anni era tollerato e peggio dalle autorità italiane. Enrico Pedenovi, consigliere provinciale missino, fu freddato a colpi di pistola mentre era in auto, proprio nell’anniversario dell’omicidio Ramelli. Nel corso dei funerali di Ramelli, le forze dell’ordine impedirono ai militanti e agli amici del giovane missino di organizzare il corteo fumìnebre temendo incidenti. Infine, non va dimenticato che quando la nostizia della morte del giovane, avvenuta dopo un mese e mezzo di agonia, giunse all’aula del consiglio comunale di Milano, molti consiglieri comunali applaudirono, perché, a quell’epoca «uccidere un fascista non era reato».

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