Fisco, la Orlandi non si tocca. Padoan smentisce il sottosegretario Zanetti
Se il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi “continua a esternare il suo malessere e a dire che così l’agenzia muore, le dimissioni diventano inevitabili”. Lo ha detto in una intervista a Repubblica il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, sottolineando di parlare “come componente del governo”, convinto che “la mia posizione sia assolutamente condivisa da Palazzo Chigi”. Dichiarazioni , quelle del sottosegretario, che hanno fatto scalpore. Se davvero il governo la pensava come lui, era lecito supporre, per la Orlandi la permanenza al vertice dell’Agenzia era ormai questione di ore. Invece, arriva il colpo di scena. Zanetti viene smentito dal suo Ministro, Padoan. L’Agenzia delle Entrate ha un “ruolo cruciale” nella strategia del governo per la lotta all’evasione fiscale e “nel contesto di immutata stima nel direttore Rossella Orlandi, questo ministero è impegnato nell’attività di rafforzamento organizzativo e operativo dell’Agenzia”. Scrive il Tesoro in una nota. “Il governo – si legge nella nota – ha cambiato alla radice il modo di contrastare l’evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate sta dando attuazione al nuovo modello che incentiva gli adempimenti spontanei. “Il contrasto all’evasione fiscale – sottolinea la nota – è una priorità del Governo, indispensabile per recuperare risorse finanziarie utili a ridurre il livello medio dell’imposizione fiscale. Le misure specifiche e le novità introdotte nei venti mesi di azione del Governo sono numerose e pressoché ignorate dal dibattito pubblico (attuazione della delega fiscale, incrocio delle banche dati, dichiarazione dei redditi online precompilata, fatturazione elettronica, reverse charge e split payment, accordi bilaterali, accordi multilaterali, voluntary disclosure)”. In questo contesto “l’Agenzia delle Entrate svolge un ruolo cruciale. Le competenze maturate e consolidate dal personale e dalla dirigenza costituiscono un patrimonio che il Governo intende salvaguardare. Lo spirito di dedizione e l’esecuzione dei doveri d’ufficio lontano dai riflettori che il personale ha mostrato in tante occasioni deve continuare a essere di esempio per chiunque operi al servizio del cittadino e dell’interesse pubblico”. Insomma, è un peana. La Orlandi, spinta giù dalla torre dal sottosegretario, viene salvata e santificata dal Ministro. Mai sconfessione fu più clamorosa. E Zanetti ora che fa? Non pensa che dovrebbe dimettersi? E’ questione di stile e di decenza.