Farro e pesce, anche i romani seguivano la dieta mediterranea
Farro, pesce, frutta e proteine animali: già gli antichi romani seguivano i precetti salutisti della dieta mediterranea. A confermarlo, un convegno di studi dedicato all’argomento che, tra gastronomia e storia, ha spiegato come e perché la dieta mediterranea ha radici ben più profonde di quel che gli italiani immaginano, e che risalgono addirittura al periodo tardo repubblicano e imperiale dell’Impero romano.
La dieta mediterranea dei romani
È quanto emerso nell’ambito della XVIII edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico in corso a Paestum (Salerno) durante il convegno Cibo e approvvigionamento a Roma, in Italia e nell’impero, al quale sono intervenuti diversi studiosi della cultura romana, tra cui Christopher Smith, presidente Unione Internazionale degli istituti di Archeologia, Storia dell’Arte in Roma e direttore della British School at Rome, Kristian Goransonn, direttore Svenska Institutet in Rom e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum. «La dieta dei romani era ricca di cereali, tra cui il grano e il farro, molta frutta come l’uva e il melograno, ma anche di proteine animali provenienti da suini, bovini e pesce» – ha spiegato allora il professor Christopher Smith – che poi ha anche aggiunto: «Vista l’estensione dell’impero e l’enorme richiesta di derrate alimentari della capitale Roma, furono costruite infrastrutture via terra e via mare imponenti, tra cui strade e porti di grande importanza strategica, come quello di Ostia, snodo cruciale dei traffici marittimi e vero gioiello dell’ingegneria marittima dell’epoca». E il buon cibo – forte una rete stradale in grado di assicurare il transito e l’arrivo delle “riserve auree” – era garantito e degnamente celebrato.