L’omelia “femminista” del Papa: la donna tentatrice? Un inganno…

16 Set 2015 12:43 - di Redazione

Papa Francesco contro convizioni e tabù: «Esistono molti luoghi comuni, alcuni anche offensivi, sulla donna tentatrice, invece c’è spazio per una teologia della donna che sia all’altezza di questa generazione di Dio».

Il Papa e il falso mito della “donna tentatrice”

E allora, nell’udienza generale davanti a oltre 25.000 persone radunatesi in piazza San Pietro, il Papa – tra citazioni ed esempi – prova a destituire di fondamento l’immagine della donna, “demone tentatore” dell’uomo. Per il Pontefice, infatti, non ci sono dubbi: quest’interpretazione della figura femminile è un falso, e uno per tutti vale l’esempio «dell’Apocalisse, in cui la donna corre a difendere il figlio dal drago e lo protegge»… Non solo, con riferimenti chiari e diretti, il Papa ha accennato ai luoghi comuni sulla donna, anche nel saluto rivolto ai pellegrini di lingua araba. «L’indebolimento del legame coniugale tra uomo e donna – ha sostenuto nel corso della sua omelia il Santo Padre – porta inevitabilmente all’indebolimento di tutti i legami umani; lavoriamo quindi per allontanare ogni elemento che possa ridicolizzare il matrimonio, ogni forma di ingiustizia e di disuguaglianza, in particolare nei confronti della donna; operiamo per stabilire una nuova alleanza tra l’uomo e la donna che si basi sul rispetto, sull’uguaglianza e sull’amore».

La donna, figura chiave della «Creazione»

Non solo: a sostegno della teoria al centro dell’omelia del Papa, Bergoglio ha ricordato come Cristo sia nato «da una donna» e come quest’ultima, nel progetto della Creazione, sia la figura «più forte nel portarlo avanti». «La misteriosa protezione di Dio per l’uomo e la donna, in ogni caso, non viene mai meno – ha poi rassicurato Papa Francesco nell’udienza generale sulla famiglia – e il linguaggio simbolico della Bibbia ce lo conferma, spiegando come, prima di allontanarli dal giardino, Dio dà all’uomo e alla donna tuniche di pelle e vestiti: anche nelle dolorose conseguenze del nostro peccato, dunque, Dio non vuole lasciarci nudi e abbandonati al nostro destino di peccatori. Una tenerezza – ha sottolineato il Pontefice – che sarà perfettamente incarnata in Gesù di Nazaret».

Sulla cura della famiglia

La donna, dunque, come figura cardine della famiglia a cui Dio – ha ribadito il vicario di Cristo al soglio Pontificio – ha affidato non la cura di una intimità fine a se stessa, ma l’emozionante progetto di rendere domestico il mondo». E per questo «la famiglia è alla base di una cultura mondiale che ci salva: da tanti attacchi, tante distruzioni, tante colonizzazioni, come quella del denaro e dell’ideologia, che minacciano il mondo; la famiglia – in questo contesto – è la base per difendersi». Del resto, proprio richiamandosi al racconto della creazione, il Pontefice ha ricordato a conclusione della sua omelia come «Dio ha affidato all’uomo e alla donna l’emozionante progetto di rendere la terra abitabile», e come «tutto ciò che accade tra loro lascia un’impronta su ogni cosa»… Un’alleanza, quella tra uomo e donna, rinnovata e che oggi, sembra leggere tra le righe del discorso papale, non può non tener conto della necessità di abbandonare luoghi comuni e falsi miti.

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