Summit sui migranti, a Bruxelles si pensa a guardie di frontiera Ue
A Bruxelles si discute sugli hotspot (strutture per l’identificazione rapida dei migranti) e alla fine si trova l’accordo sulla data della loro attivazione che avverrà, spiega il presidente del consiglio Ue Donald Tusk, entro “fine novembre”.
Controllare le frontiere in attesa della grande ondata
L’Europa si ricompatta sulla necessità di riportare le sue frontiere esterne sotto controllo, e anche dai quattro premier (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania) che hanno votato contro il meccanismo di ridistribuzione e si sono visti imporre la decisione non ci sono state reazioni particolari.
Migranti, Orban replica alla Merkel
L’ondata più grande di profughi “deve ancora arrivare”, dice Tusk ed “è chiaro a tutti che non possiamo continuare come prima” con “porte e finestre aperte”, e si pensa alla creazione di guardie di frontiera Ue. Ma occorre anche sostegno economico ai Paesi del vicinato più esposti alle crisi di Iraq e Siria, a partire dalla Turchia, il cui presidente Erdogan sarà a Bruxelles il 5 ottobre prossimo. I fondi a disposizione però non bastano e Bruxelles ha richiamato i partner comunitari a mettere sul piatto ‘denaro fresco’, ottenendo riscontri positivi. Tusk avverte: “Con 8 milioni di sfollati in Siria, oggi parliamo di milioni di potenziali rifugiati che cercano di raggiungere l’Europa. Siamo a un punto critico”. Per la cancelliera tedesca Angela Merkel “si sono fatti passi avanti verso una soluzione”ma l’ungherese Viktor Orban, stufo di essere additato come “l’europeo cattivo”, invita Merkel a non fare esercizi di “moralismo imperialista”.