Governo in stato confusionale. È caos pensioni ed ora Renzi trucca i conti

8 Set 2015 12:28 - di Alberto Fraglia

Sulle pensioni il governo è ancora in alto mare. L’idea di ammorbidire l’impatto della legge Fornero (che ha procurato il problema degli esodati) rendendo più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro è soltanto una ipotesi di studio. Nulla più. Lo ha precisato il premier Renzi, mandando in bestia i sindacati, nel corso di Porta a Porta. A quanto pare, il governo non ha ancora valutato il costo di una siffatta operazione di alleggerimento e siccome, secondo il renzipensiero, la riforma, se ci sarà, dovrà essere a costo zero, se ne riparlerà solo quando questo sarà possibile. Quando? Nessuno lo sa. La verità è che il premier intende insistere sul “taglio” delle tasse, a partire da quelle sulle abitazioni, e quindi, se ci sono risparmi da indirizzare per coprire il minor gettito fiscale, dovranno essere orientati in quella direzione. Tra conti non fatti, numeri ballerini, sproloqui e promesse che poi restano nel mondo dei sogni, arriva pure l’ultima trovata di Renzi in materia di revisione delle stime di crescita del Pil. “Continua lo ‘storyballing’ di Renzi. E, purtroppo, il (si fa per dire) premier la spara sempre più grossa”, fa notare il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta.

Brunetta: Renzi vuole rivedere le stime sul Pil. Ma è un trucco

“L’ultima, su cui Renzi sta costruendo il suo velleitario rilancio autunnale, per recuperare i consensi persi nell’agosto tragico di Mafia Capitale, è quella della revisione delle stime di crescita del Pil italiano. Se n’è reso conto anche lui: le risorse per abbassare le tasse non ci sono. E per far fronte a questa cattiva notizia ricorre al più bieco dei trucchi, quello che, per intenderci, ha portato la Grecia al punto in cui è oggi: taroccare i conti. È così che nella Nota di aggiornamento al Def che sarà presentata al Parlamento entro il 20 settembre, il governo intende rivedere, in rialzo, le stime di crescita del Pil da +0,7% a +0,8%, o, più probabile, +0,9% per il 2015, e da +1,4% a +1,6% per il 2016. Il tutto basandosi sulle lievi correzioni dell’Istat della settimana passata, quando il dato sulla crescita dei primi due trimestri del 2015 è stato aumentato di un decimale ciascuno, portando a un acquisito non più del +0,4%, bensì del +0,6%. Senza tenere conto di quanto sta succedendo nel contesto internazionale, dalla grave crisi cinese al possibile rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve americana. E nonostante le preoccupazioni dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha preso esplicitamente le distanze dagli eccessi di ottimismo del governo. Immorale e indecente! Renzi continua a promettere di ridurre le tasse senza spiegare come farà e con quali risorse. Un comportamento irresponsabile, di tipo autoritario e paternalista, coperto, purtroppo, dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Inaccettabile spudoratezza”.

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