Sull’immigrazione la Chiesa deve aiutare (e capire) l’Italia

14 Ago 2015 8:07 - di Redazione

Esistono da sempre due Chiese. Una eroica, completamente dedicata agli ultimi. È la Chiesa delle missioni e anche quella della Caritas. Conosco le sue mense, ho incontrato chi le frequenta e so che senza la Caritas queste persone sarebbero perdute. C’è poi un’altra Chiesa, quella del business, florida da sempre, che ha fatto affari nella finanza e ha sviluppato molto il turismo, non solo religioso. Questa seconda Chiesa gestisce diecimila posti letto in alberghi e strutture residenziali nella sola città di Roma. E non sono più, si badi, strutture francescane in cui il disagio dell’ospitalitàè ampiamente compensato da benessere dello spirito. Si tratta spesso di alberghi eccellenti che vengono proposti a prezzi molto competitivi.

La Chiesa si divide in due: servizio agli ultimi e alberghi di lusso, specie a Roma

Questa premessa ci porta all’ultima denuncia di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. Galantino, prelato assai brillante, è da tempo l’unica voce autorizzata dell’episcopato italiano, la cui autorevolezza è stata completamente azzerata dal nuovo corso del pontificato. L’altro giorno Galantino ha criticato vivacemente l’azione del governo italiano sulla questione dei migranti. Papa Francesco ha perfettamente ragione quando dice che chi non soccorre un uomo in pericolo di vita commette un omicidio. E infatti il governo italiano da quando il fenomeno si è manifestato non ha mai sparato (Spagna), non ha mai respinto (Francia e Gran Bretagna, Austria e Svizzera), non ha mai elevato muri di filo spinato (Ungheria). Ha accolto tutti, anche oltre le proprie capacità, non aiutato da una burocrazia che impiega due anni a sbrigare pratiche identificative che in Germania si sbrigano in un mese.

Italia va a prendere i migranti a domicilio con l’efficiente servizio taxi della Marina militare.

Che altro possa e debba fare non è dato sapere. Un governo di centrosinistra ha più di un motivo per scontentare la Chiesa: per esempio le unioni civili aperte agli omosessuali. Ma è stato particolarmente comprensivo sulle giuste esigenze della scuola paritaria e ha messo – come gli altri governi che l’hanno preceduto – paletti non oppressivi sull’Imu. “Quando nel tradizionale ricevimento dei Patti Lateranensi la segreteria di Stato vaticana e il governo italiano parlano quasi esclusivamente di affari, difficilmente la Chiesa esce sconfitta. È il governo italiano, dunque, che sta facendo come può la sua parte a dover chiedere aiuto alla Chiesa”, scrive Bruno Vespa su “Il Mattino”

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