Rimini, convalidato l’arresto del senegalese. Che accusa la ragazza

22 Ago 2015 17:34 - di Redazione

Il gip del Tribunale di Rimini, Fiorella Casadei, ha convalidato l’arresto del senegalese di 27 anni accusato di aver stuprato una turista lombarda sulla spiaggia la notte di Ferragosto. Il giudice ha ritenuto «attendibile, coerente, pacata, senza acredine né senso di vendetta», la denuncia della ragazza e ha disposto la custodia cautelare in carcere per lo straniero, Seck Massow, residente a Novara, in Italia con regolare permesso di soggiorno. Ma lui si difende a oltranza: «Non l’ho violentata, non l’ho neanche toccata, è stata lei ad avvicinarmi per chiedermi della droga, ma ho risposto che non ne avevo e che al massimo le potevo vendere un braccialetto». Si è difeso così Seck Massow, il senegalese di 27 anni, residente a Novara, arrestato giovedì scorso dalla squadra mobile della Questura di Rimini per lo stupro di una turista di Monza la notte di Ferragosto in spiaggia. Durante l’interrogatorio di convalida davanti al gip, il senegalese – difeso d’ufficio dall’avvocato Mauro Crociati – ha negato ogni contatto fisico con la ragazza. La versione di Seck è molto diversa da quella resa in due diverse occasioni dalla donna. Il senegalese racconta infatti di essere stato avvicinato dalla ragazza verso le 3.30 di notte, che si trovava in compagnia di due altri giovani, perché intenzionata ad acquistare marijuana. «Niente droga, vendo braccialetti sulla spiaggia», sarebbe stata la risposta del senegalese dopodiché la ragazza rimasta sola, perché gli amici si erano già allontanati, avrebbe preso il cellulare dello straniero per annotarvi il proprio numero di telefono. «Mi sei simpatico – le avrebbe detto lei – e viviamo vicino», alludendo alla possibilità di incontri futuri. Poi il senegalese intorno alle 4.30 ha accompagnato la ragazza verso la fermata del bus ed è tornato sui suoi passi. Secondo l’avvocato difensore, vi sarebbero diversi elementi discrepanti nella versione della vittima che fornisce solo l’ identità “virtuale”, quella dei profili Facebook dei suoi due accompagnatori, e che volontariamente dà il proprio numero di telefono al senegalese. Il giudice però ha ritenuto attendibile la denuncia della ragazza. Forte anche del riscontro del pronto soccorso che parla di ecchimosi sul braccio e sulle gambe compatibili con una violenza, ha disposto la custodia cautelare in carcere per lo straniero, in Italia con regolare permesso di soggiorno.

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