Primarie? Berlusconi non gradisce, perplessità anche in Fratelli d’Italia

25 Ago 2015 13:19 - di Alberto Fraglia

E’ un Berlusconi tutt’altro che remissivo e in piena forma quello che ci consegnano le cronache dell’ultima settimana di agosto. Libero spara in prima pagina un servizio di Franco Bechis con la narrazione in dettaglio del Silvio che torna a far baldoria a Porto Rotondo, nel locale del vecchio amico Smaila, fino alle tre del mattino. “Quando venerdì sera l’hanno visto entrare hanno pensato quasi a uno scherzo – scrive Bechis – Erano almeno tre anni che non si vedeva in un locale pubblico in Costa Smeralda Silvio Berlusconi”. E via ad infiocchettare, tra foto sorridenti, giulive e festaiole, la “baldoria” notturna con tanto di compagnia di giro, da Bruno Vespa, da Franco Carraro e signore a Jerry Calà e all’immancabile Mariano Apicella. E’ il racconto di una sera d’estate del Cavaliere. Una serata spensierata. Una serata che fa da controluce alla immagine dell’ex premier tutt’altro che sereno ed, anzi, abbastanza risentito per le uscite “infelici” di alcuni suoi collaboratori più stretti sul tema delle primarie nel centrodestra.

Berlusconi, serata spensierata in Costa Smeralda

Si sa, quello delle primarie è un tema urticante per il Cavaliere, uno di quegli argomenti che lo mandano in bestia e gli fanno venire la trebisonda. A questo meccanismo di scelta delle candidature Berlusconi non ha mai creduto e dato peso. Pensate un po’ se le digerisce per individuare il candidato a sindaco di Milano, il comune cui, ovviamente, tiene di più. L’uscita di Giovanni Toti che ha aperto alla Lega su quel versante deve proprio averlo irritato. Al punto di prendere carta e penna e scrivere di proprio pugno una nota dirimente che non lascia spazio a dubbi. Per Forza Italia le primarie non costituiscono affatto il metodo migliore. Anzi, per le Amministrative e, in futuro, anche per le Politiche il metodo da seguire con gli alleati è quello delle “trattative”.

Berlusconi sconfessa Toti

Posizione netta e chiara, quella ribadita da Berlusconi. Che però contrasta con quel che pensa Salvini. La Lega nutre da tempo fiducia incondizionata sulla efficacia selettiva di un siffatto meccanismo e mostra stanchezza per scelte che piovono dall’alto o siano appannaggio di ristretti gruppi di vertice. Emerge, invece, una novità nelle file di Fratelli d’Italia. Rampelli, capogruppo alla Camera, dice di condividere sul punto le perplessità del Cavaliere. Come conciliare idee e posizioni così discordanti? Ci prova Romani, presidente dei senatori di Forza Italia. Secondo lui basterebbe considerare le primarie una sorta di estrema ratio, cui ricorrere nel caso che non ci sia accordo sulle candidature. Vedremo se in questa versione edulcorata il centrodestra saprà ritrovare compattezza. C’è chi vede, però, nella nota di Berlusconi un ben più chiaro messaggio rivolto ai suoi e agli alleati: il messaggio che a decidere sarà sempre lui, il Cavaliere. E nessuno, in Forza Italia, è autorizzato a fare dichiarazioni senza il suo avallo.

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