Omicidio in villa a Catania: la moglie aveva inscenato una finta rapina

28 Ago 2015 10:35 - di Redazione

Alfio Longo aveva «scatti violenti» e Vincenzina Ingrassia avrebbe ucciso il marito, inscenando poi una rapina, perché «stanca di subire». Lo avrebbe affermato la donna, che ha confessato l’omicidio, nelle dichiarazioni rese giovedì notte ai carabinieri di Catania che l’hanno fermata su disposizione della Procura. Il fermo e l’ammissione di colpa da parte della donna sono stati confermati da carabinieri del comando provinciale del capoluogo siciliano: «La notte scorsa – si legge in una nota – a seguito di pressante ed articolato interrogatorio è stata fermata Vincenzina Ingrassia, di 64 anni, che ha confessato l’omicidio del proprio coniuge».

I carabinieri di Catania hanno risolto il caso in poche ore

Alfio Longo, 67 anni, elettricista in pensione, era stato trovato morto all’alba di giovedì. «È stata una scena orribile – aveva raccontato Giuseppe Amato. tra i primi soccorritori entrati nella villetta – la moglie ha chiesto aiuto e noi siamo entrati in tre e abbiamo visto il corpo sul letto. Mancavano pochi minuti alle 5. Le urla ci hanno svegliati. Abbiamo trovato lei che piangeva e parlava di una rapina. Abbiamo visto la scena del delitto e il sangue… Abbiamo chiamato il 112 e non abbiamo toccato alcunché». I parenti della coppia, che non aveva figli e che da due anni si era trasferita nella villetta in una zona alle pendici dell’Etna dopo avere venduto una casa che avevano nel centro di Biancavilla, increduli si erano limitati a dire che «non è il momento delle parole, ma della sofferenza». Un cognato di Alfio Longo, aveva commentato: «Ci hanno detto che c’è stata una rapina e che lui ha reagito e gli hanno rotto la testa. Un atto terribile. Vogliamo sapere cosa è accaduto e chiediamo che sia fatta giustizia». L’uomo è stato ucciso a colpi di legno con un ceppo usato per il camino. Tra i dubbi degli investigatori, il fatto che nessuno dei vicini avesse sentito abbaiare i cani, nonché la scelta dell’obiettivo da parte dei rapinatori: una villetta di lavoratori, ma non di persone ricche come aveva confermato il magro bottino: poche centinaia di euro e due anelli, compresa la fede nuziale della vittima, e non quella della moglie. Che in queste ore ha confessato la messa in scena e l’omicidio.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *