I 90 anni di Gambadilegno: quando i fumetti ti alleggerivano la vita
Gambadilegno spegne la bellezza di 90 candeline. È il cattivo del fumetto più famoso e venduto nel mondo, Topolino, e ha fatto della sconfitta la sua ragione di vita. Perché in quasi un secolo non l’ha mai spuntata, il suo nemico l’ha sempre vinto. Ma nonostante sia trascorso tanto tempo, continua a piacere e a scatenare la fantasia dei ragazzini. Il suo esordio è nel cortometraggio Alice solves the puzzles del 1925. Poi arriva nelle sale cinematografiche Steambot Willie, il cortometraggio sonoro che vede il debutto di Topolino e Minnie. Gambadilegno c’è, ma il suo personaggio non ha alcun nome, è già oscurato dalla fama del topo che diventerà il suo incubo. Solo due anni dopo verrà identificato come Pietro.
Gambadilegno e le sue lotte con Topolino
Oltre alla gamba di legno e al pestilenziale sigaro perennemente incollato al labbro inferiore, in alcune storie iniziali della sua carriera Pietro è comparso con un altro tipico tratto piratesco, la benda sull’occhio. Tutti segni che col tempo sono scomparsi, protesi lignea e sigaro compresi. Gambadilegno è un gatto imponente, dal pelo nero e folto che ricopre tutto il corpo ad eccezione delle braccia. Le manib sono coperte da guanti gialli o bianchi. Nei primi cartoni viene rappresentato con una lunga coda da gatto, poi scomparsa. Teatro dei suoi crimini è Topolinia, anche se non disdegna qualche puntata a Paperopoli. Topolino, però, lo bracca anche lì. Gambadilegno lavora spesso in coppia con Sgrinfia, soprattutto nelle storie di Paul Murry, o con la fidanzata Trudy e il cugino Plottigat nelle strisce made in Italy.
Fu sempre sconfitto, ma non dai cannibali
In Italia il “mistero” della gamba di legno viene svelato, con creatività tutta tricolore, nell’editoriale introduttivo alla storia Topolino e i pirati pubblicata per la prima volta sul giornale Topolino del 1936. Gambadilegno ha una protesi alla gamba sinistra perché durante una delle sue avventure è stato fatto prigioniero dai cannibali. Ma è così “cattivo” che dopo averne assaggiato solo una gamba i cannibali muoiono avvelenati e lui si salva. È forse la sua unica vittoria.