Centro-Sud in crisi, ma è boom di tasse locali: record in Campania e Lazio

17 Ago 2015 7:51 - di Redazione

Prima il federalismo ha gonfiato il ruolo delle tasse locali, poi la crisi di finanza pubblica ha impedito di compensare questa dinamica con l’alleggerimento del fisco locale, e quello che doveva essere uno spostamento del carico fiscale dal centro alla periferia si è trasformato in una duplicazione di imposte fra Roma e i territori. Un problema non da poco, che si aggrava quando si guarda alla sua geografia, perché a pagare il federalismo dimezzato sono stati chiamati prima di tutto cittadini e imprese delle regioni del Sud: in pratica, nelle aree del Paese dove la ricchezza è inferiore si è scatenata una spirale perversa tra bilanci pubblici zoppicanti e aliquote in crescita, con il risultato che in rapporto al reddito il carico fiscale è maggiore dove la qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni regionali e locali è più in affanno.

Le tasse locali schiacciano il Centro-Sud: Campania e Lazio ai vertici della pressione fiscale

Questo capitolo ulteriore – si legge su “Il Sole 24 Ore” – della “questione meridionale” emerge dall’analisi condotta dalla Banca d’Italia sugli effetti congiunti di tributi, addizionali e aliquote presentate da Regioni (che hanno ovviamente il ruolo da protagonista), Province e Comuni. Su questa base, i tecnici di Via Nazionale hanno ricostruito la storia fiscale 2012-2014 di tré tipologie di famiglie nelle diverse regioni italiane, mettendo insieme il pacchetto delle dieci tasse chieste a ciascuna di loro dagli enti territoriali: nel caso del fisco provinciale e locale, l’indagine calcola la media della pressione fiscale che le famiglietipo incontrerebbero nei diversi capoluoghi della regione. Apagare la crisideibilancilocali, e soprattutto le misure fiscali messe in campo per puntellarli, sono state soprattutto le famiglie del ceto medio e medio-basso: le cure si sono sentite soprattutto al Centro-Sud, dove le tasse chieste da Regioni, Province e Comuni arrivano spesso a chiedere una quota che oscilla fra il 6 e 1’8% del redditodisponibile.

 Tasse: il conto maggiore è arrivato alle famiglie del ceto medio e medio-basso

In poche parole, il fisco territoriale ha perso da tempo il ruolo marginale che ha giocato per molti anni, e questo si sapeva, ma il suo rigonfiamento ha messoaduraprovaancheimeccanismi diprogressività che dovrebbero guidare la tassazione. Un bei problema, anche per una politica che fa sempre più fatica a mantenere la propria popolarità e a far capire dove vanno cercate davvero le responsabilità di un’evoluzione fiscale più aggrovigliata. Il rapporto percentuale fra tasse ereddito è l’indicatore più significativo, perché misura il peso reale dei tributi locali, e mostra bene che quello locale è un fisco al contrario. Le tasse territoriali più elevate si registrano in Campania, la regione che insieme al Lazio combatte per la prima posizione anche per quel che riguarda gli altri profili.

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