«Potete bruciare tutto, ma non un sogno»: imprenditore reagisce alla camorra

25 Lug 2015 7:38 - di Redazione

L’hanno incendiata. Un’azienda etica di Sessa Aurunca (Caserta) schierata contro la camorra. «Potete bruciare tutto, ma non riuscirete mai a mandare in fumo un sogno»: la prima risposta è in questa frase e nella grossa mobilitazione scattata qualche ora dopo davanti al nuovo tentativo d’intimidire (o, meglio, provare a intimidire) attraverso incendi e furti, che ormai sono un’evidente strategia. E ormai un’escalation. “Nco” una volta era conosciuto più o meno dappertutto come l’acronimo di “Nuova camorra organizzata”. Poi è arrivata l’altra “Nco”: la “Nuova cooperazione organizzata”, quella che s’è messa di traverso alle mafie campane, quella dell’iniziativa natalizia “Facciamo un pacco alla camorra”, cioè prodotti di sedici imprese (da cooperative sociali ad aziende che hanno denunciato il racket, da associazioni al Comitato don Peppe Diana).

Da qualche tempo certi gran ciambellani della camorra sferrano i loro attacchi

L’altra notte – si legge su “Avvenire” – c’è stato l’incendio doloso della “Cleprin”, azienda etica che produce detersivo ecocompatibile (presente nel “Pacco alla camorra”) il cui titolare, Antonio Picascia, qualche anno fa aveva denunciato un tentativo di estorsione. E che ieri l’ha detto chiaro: «Non saranno questi scarafaggi a farmi andar via da Sessa Aurunca. Cercherò di riaprire l’azienda il prima possibile, anche per i miei trenta lavoratori». Rincara Confcooperative, denunciando «la solitudine di chi agisce per la legalità», perché quest’incendio «è un atto vile», che «colpisce ancora una volta al cuore un presidio di legalità e di impegno sul territorio. La Regione e lo Stato facciano la loro parte, subito», tuona Maria Patrizia Stasi, presidente di Confcooperative Campania.

 

Il vero nemico della Camorra è un’economia libera, che produce onestamente

Scende in campo anche il “Forum nazionale agricoltura sociale”, con un appello «a tutte le istituzioni affinchè l’Nco e la Cleprin non vengano lasciate sole in questa sfida alla camorra e per la giustizia sociale». Anzi, difendano la «Nco come antidoto alla camorra e all’economia criminale, esempio ed eccellenza a livello nazionale e non solo», perché «rappresenta un ostacolo e un pericolo per la camorra». La strategia è davvero evidente. Prima, alcune settime fa, è stato sfondato il muro di cinta in tufo della fattoria “Fuori di zucca” (dove si coltivano e vendono prodotti biologici, monitorati e certificati e che è sempre rete Nco) ad Aversa, in un padiglione recuperato dall’ex manicomio civile, e sono stati rubati un trattore e attrezzature per migliaia di euro.

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