Addio IMU: nessuno ha preso sul serio Renzi. Servono subito 5 miliardi

20 Lug 2015 8:56 - di Redazione

“La stragrande maggioranza dell’informazione italiana non è riuscita a prendere troppo sul serio l’annuncio in materia fiscale fatto da Renzi all’assemblea del Pd. Pesano vent’anni di delusione cocente dei contribuenti italiani, visto che agli annunci simili fatti da governi di destra e sinistra è sempre invariabilmente seguito un aumento di pressione fiscale, e oggi in Europa solo Francia e Belgio ci battono (la stessa Svezia, solo per un soffio). Eppure, proprio per questo la reazione più adeguata dovrebbe essere opposta. L’annuncio del presidente del Consiglio, da 18 mesi a questa parte, deve essere assunto letteralmente come il più importante degli impegni sinora assunti”, scrive Oscar Giannino su “Il Mattino”.

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Sarebbe una svolta, in termini di liberazione di risorse da volgere alla ripresa dei consumi, e al ritorno sopra lo zero a cui langue il margine netto delle imprese italiane sul valore aggiunto. Com’è ovvio, nell’annuncio pesano le difficoltà inteme al Pd sulle riforme, la discesa del governo nei sondaggi, il risultato delle ultime amministrative, i mille falò accesi a sinistra dalle vicende calabresi, siciliane, romane, liguri, venete e milanesi. Mal’informazione (e le opposizioni) commetterebbero un grave errore, a disconoscere l’importanza che occorra una vera e propria rivoluzione fiscale, per ridare all’Italia gambe e fiato. Al contrario: bisogna prendere Renzi sul serio, inchiodarlo a quel che ha detto, e d’ora in poi chiedergli incessantemente di dare risposte concrete a tutti i cento dubbi e le mille insidie che obbligano allo scetticismo.

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Il governo deve dirlo ora, come intende procedere. Personalmente, preferisco la strada difficile dei tagli di spesa. Ma intendiamoci: se il governo è convinto, come per molti versi potrebbe essere plausibile, che abbattimenti fiscali di queste proporzioni possono nel giro di 2-3 anni accrescere il Pil con effetti positivi permanenti anche di maggior gettito, e cioè di equilibrio di bilancio oltre che di crescita, allora deve argomentarlo con forza e chiarezza, perché dovrà convincerne l’Europa intera.

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