Il Pd scarica Marino: «E’ un sadico senza passione, ci porta al disastro»

3 Giu 2015 12:33 - di Girolamo Fragalà

Le cose a Roma non vanno. E non parlarne è pura ipocrisia. Ne è convinto il deputato del Pd Michele Anzaldi che non ha perso occasione per strigliare l’operato del primo cittadino: «A Ignazio Marino manca la passione e il buon senso – ha detto – Non si può amministrare Roma senza passione. E dico di più, nei confronti dei romani c’è del sadismo, non ha voglia di aiutarli: e non parlo solo di buche stradali sempre più numerose, ma anche di bus sempre pieni, di erba non tagliata, caditoie otturate, cassonetti strapieni». Anzaldi non è una voce isolata, molti “democratici” hanno iniziato a esprimere perplessità e nel partito l’insofferenza per il sindaco di Roma si è allargata a macchia d’olio anche se molti preferiscono non dichiarare apertamente per strategia. La convinzione è che Marino porti il Pd al disastro.

«Con Ignazio Marino finisce come in Liguria»

E’ un fiume in piena il deputato del Pd Michele Anzaldi: «La mia non è una questione personale né mi voglio sostituire ad altri, altrimenti farei interrogazioni o chiederei l’intervento del prefetto. Ma a Roma le cose non vanno, e bisogna dirlo. Mi arrivano centinaia di mail di denuncia di problemi, foto, segnalazioni». A chi gli ha chiesto quale sia, secondo lui, il disegno perseguito da questa amministrazione, Anzaldi ha risposto senza esitazione con una battuta sarcastica: «Disegno? Non sanno nemmeno disegnare. Non vedo l’oggi, il domani non c’è proprio». Ignazio Marino preferisce che a difenderlo siano i (pochi) fedelissimi che gli sono rimasti. Per il Campidoglio ha replicato infatti il presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio, invitando l’esponente del Pd «per conoscere le sue idee su Roma». Ma Anzaldi, senza peli sulla lingua, ha ribattuto secco: «I chiarimenti non li deve dare a me ma ai romani. Ripeto, non è un problema personale. Se vuole controbattere alle cose che dico, cose che mi riportano i romani, lo faccia pubblicamente». Il deputato aveva già esternato il suo pensiero: «Speriamo che non si voti presto a Roma, altrimenti altro che Liguria! Ci dicono che le periferie sono grandi, numerose e complesse, ma se non si riesce neanche nel centro storico che è piccolo ed elegante… ».

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