Istituto Cattaneo: «Il Pd perde 2 milioni di voti, giù anche M5S. Lega +109%»

1 Giu 2015 17:44 - di Redazione

È la Lega Nord «l’unico grande partito che aumenta i propri consensi» nelle consultazioni regionali andate in scena ieri. A tracciare il quadro, all’indomani del voto, è l’Istituto Cattaneo, che, nella sua analisi dei flussi, evidenzia come il Pd abbia perso voti rispetto alle elezioni europee del 2014, lasciando sul terreno «oltre due milioni di voti» e alle politiche del 2013, con una «contrazione sostenuta anche se differenziata per Regione», il Movimento 5 Stelle abbia perso ovunque «in voti assoluti» e Forza Italia abbia perso «in modo rilevante rispetto alle precedenti europee e alle politiche 2013». Il partito guidato da Matteo Salvini, viene evidenziato, «ha ricevuto un numero di consensi pari a oltre il doppio di quelli delle elezioni politiche del 2013» con un incremento del «109,4% e 402.584» voti. Comparando il dato del 2015 con quello delle europee del 2014 si evince una crescita in valori assoluti di quasi la metà (+50%) pari a oltre duecentomila unità (+256.803). Grazie a questi risultati, nel centrodestra, la Lega Nord «è diventato il primo partito di quest’area politica (e della potenziale coalizione) in tutte le regioni in cui ha presentato una propria lista. La crescita in voti assoluti ha consentito al Carroccio di superare Forza Italia: nel 2015 il peso dei leghisti è doppio rispetto a quello degli azzurri (67% vs 33%).

Istituto Cattaneo: con Renzi Pd in caduta libera

Guardando al numero assoluto di voti ricevuti dai maggiori partiti, il Pd, «ha perso oltre due milioni di voti rispetto al 2014, ossia alle elezioni più vicine nel tempo (-2.143.003), ma la riduzione è significativa anche rispetto al 2013 (-1.083.557)». A livello di variazione percentuale, il calo rispetto al 2014 è stato del 50,2% e rispetto al 2013 del 33,8%. A giudizio dell’Istituto Cattaneo, «questo risultato negativo può essere attribuito solo in parte al fenomeno delle cosiddette “liste del presidente” che, anche dove presenti, ottengono consensi molto disomogenei: in Puglia, sconta l’affermazione della lista ‘Emiliano Sindaco di Puglia’ (154.028 voti, pari al 9,2%), mentre in Veneto la prestazione della lista a sostegno del candidato Alessandra Moretti è poco significativa (3,8%)».

Istituto Cattaneo: Forza Italia un milione di voti in meno

Il Movimento 5 stelle viene osservato, ha ridotto i propri consensi di «circa il 60% rispetto all’exploit delle politiche del 2013, ma anche rispetto alle europee del 2014 (-40,4%)». In valore assoluto, viene puntualizzato, «questa variazione si traduce in una contrazione di voti pari a (-1.956.613) rispetto alle politiche e -893.541 rispetto alle europee».  Da un lato, viene spiegato, «il partito di Grillo non riesce a capitalizzare le difficoltà degli avversari in alcuni contesti apparentemente favorevoli, ad esempio in Campania, dove il caso dei candidati “impresentabili” segnalati dalla Commissione Antimafia lasciava forse presagire un risultato più brillante. Anche in Veneto, dove il Movimento ha perso il 75% dei voti del 2013, molti elettori del centro-destra sembrano essere stati riassorbiti dal partito di Salvini. Ciò detto – si legge nell’analisi – non deve essere sottovalutata la capacità del Movimento di consolidare la propria presenza nell’arena elettorale difficile delle regionali, in cui la presenza del leader Beppe Grillo è meno visibile». Quanto a Forza Italia, la compagine guidata da Silvio Berlusconi «ha complessivamente perso il 46,9% rispetto alle europee del 2014 e oltre i due terzi dei consensi avuti alle politiche del 2013 (-67,0%)»: in termini assoluti Forza Italia «ha perso quasi 2 milioni di voti sul 2013 (-1.929.827) e quasi 1 milione rispetto al 2014 (-840.148)». Secondo l’Istituto Cattaneo, «il partito di Berlusconi riesce a limitare le perdite soltanto in due contesti, la Campania e la Liguria. Come noto, nel primo caso il candidato era il presidente della Giunta uscente, nel secondo caso si trattava di un esponente azzurro di rilievo nazionale, a conferma che Forza Italia soffre l’assenza/debolezza di una leadership che ne è stata storicamente la guida».

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