Fiumicino, fermato terrorista islamico: preparava un attentato al Vaticano

26 Giu 2015 9:59 - di Martino Della Costa

Fermato un sospetto terrorista a Fiumicino: progettava un attentato kamikaze contro Papa Francesco. La notizia si diffonde e rinfocola le paure legate al terrorismo di matrice islamica. e non solo perché le presunte mire stragiste del cittadino pachistano extracomunitario fermato all’aeroporto romano puntavano su l simbolo del cattolicesimo mondiale, ma anche perché l’uomo attenzionato dalle forze dell’oridine è accusato di aver partecipato, con ruolo esecutivo, all’organizzazione del gravissimo attentato commesso il 28 ottobre 2009 presso il mercato di Peshawar.

Fiumicino, fermato sospetto terrorista

L’uomo – un trentaseienne pakistano residente a Roma, che faceva parte di una cellula legata ad Al Qaeda e con base in Italia – è stato bloccato all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo. È stato individuato e fermato in arrivo da un volo proveniente da Islamabad e, in base a quanto fin qui emerso, sembra che abbia ospitato prima a Roma, poi ad Olbia, un presunto kamikaze, deputato a compiere un attentato nel territorio italiano. Un progetto ambizioso e non nuovo, quello che punta a colpire il simbolo del cattolicesimo nel mondo, all’attenzione del terrorismo islamico che da mesi ribadisce minacce e obiettivi stragisti del miliziani jihadisti postando sul web la l’inquietante immagine della bandiera nera dell’Isis che sventola sulla Città del Vaticano.

Una vasta operazione antiterrorismo

L’operazione culminata nel fermo a Fiumicino, e che ha stroncato sul nascere il progetto terroristico, è stata condotta dagli agenti della Digos di Sassari in collaborazione con la Digos di Roma e la polizia di frontiera di Roma-Fiumicino, e rientra nel quadro della vasta operazione antiterrorismo del 24 aprile scorso, che ha visto l’esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di diversi cittadini pachistani ed afgani facenti parte di un’organizzazione criminale transnazionale che operava in buona parte del territorio nazionale, anche per finanziare le principali organizzazioni terroristiche internazionali.

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