All’asta 14 acquerelli di Hitler: paesaggi, nature morte e anche un nudo
Una serie di 14 acquarelli attribuiti al defunto dittatore nazista Adolf Hitler verrà messa domani all’asta a Norimberga. Lo ha reso noto oggi la casa d’aste Weidelr, che ha organizzato la vendita. La maggior parte delle opere, dipinte fra il 1904 e il 1922, portano la firma A. Hitler e alcune sono corredate da documenti che ne attesterebbero l’autenticità. Si tratta di paesaggi, nature morte e un nudo. Negli ultimi anni vi sono state diverse aste di presunti quadri dipinti dal dittatore nazista nei suoi anni giovanili, alcuni dei quali sono risultati falsi. Ciò non ha scoraggiato diversi collezionisti: l’anno scorso un paesaggio di Norimberga attribuito a Hitler è stato venduto per 130mila euro. La vendita di queste opere non è vietata in Germania, in quanto i quadri non contengono simboli nazisti.
Ma Hitler rubava anche quadri
Era stato trafugato dai nazisti dalla collezione del Museo Nazionale di Breslavia, il dipinto recuperato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma in una casa d’asta di Milano. Del dipinto, un olio su tela di Pieter Mulier, meglio noto come Cavalier Tempesta,si erano perse le tracce al termine della guerra, quando mancò all’appello delle opere protette nel caveau dei sotterranei dell’abbazia Henrykov, dove vennero trasferite tutte le opere di chiese e musei della Slesia per proteggerle dagli attacchi aerei. L’opera venne così classificata, unitamente a numerosissimi altri capolavori razziati dai nazisti, come “perdita di guerra” e, da quel momento, iniziò il suo peregrinare nei salotti tedeschi della borghesia del tempo, fino a ricomparire in Svizzera nel corso degli anni ’90 nella raccolta di un facoltoso imprenditore. Da quel momento il dipinto passa più volte di mano, fino ad essere intercettato dalle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Roma che, con l’ausilio di un noto storico dell’arte, individuano la firma ormai solo parzialmente visibile al di sotto della pellicola pittorica. Sottoposto a sequestro lo scorso 30 marzo, alla vigilia di un’asta che l’avrebbe reimmessa nel mercato clandestino, il dipinto è stato riconosciuto dai funzionari dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia e dalla delegazione di esperti giunti da Varsavia. Dopo settant’anni, è stato restituito al Museo di Breslavia nel corso di una cerimonia nella sede dell’Istituto Polacco a Roma.