L’Ordine dei giornalisti contro Barbara D’Urso: viola la privacy delle persone

12 Mag 2015 17:08 - di Redazione

L’Ordine dei giornalisti contro Barbara D’Urso. Motivo del contendere: proibire la divulgazione di informazioni personali e sensibili. Insomma, stop alla violazione della privacy nelle trasmissioni tv. E’ questo, in sintesi, ciò che chiede il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, in una lettera al Garante per la protezione dei dati personali, in merito alla puntata di ‘Pomeriggio 5‘ andata in onda su Canale 5 l’8 maggio scorso. “Nell’ambito del “caso di Alessandro (presunto colpevole di omicidio) e di Stefania (presunta vittima dell’omicidio)” sono stati trattati argomenti e temi evidentemente inadeguati per la fascia ma soprattutto per i contenuti – scrive Iacopino -. La conduzione delle interviste, in contraddittorio tra i parenti della defunta e del presunto colpevole, è stata effettuata dalla signora Barbara d’Urso senza la presenza di alcun giornalista. Nel programma sono state indicate, tra l’altro, abitudini e pratiche sessuali dei “personaggi” coinvolti, violenze sessuali di cui la defunta sarebbe stata oggetto in precedenza da parte di congiunti/affini, citati referti medici e loro autori nonché persone terze estranee alla vicenda”.

Stop a violazione privacy

“Conoscendo la sensibilità del Garante – prosegue la lettera -, da ultimo con la nota n. 13081/99338 del 4 corrente mese relativa all’arresto di Massimo Giuseppe Bosetti, per il quale l’Ordine dei giornalisti ha attivato tutte le iniziative di competenza, alla luce delle segnalazioni e sollecitazioni pervenute circa la trasmissione di cui si tratta, si ha motivo di ritenere che non mancheranno da parte di codesta Autorità, indipendentemente dalla posizione di notorietà o dal rilievo pubblico dei personaggi interessati, ovvero dal clamore mediatico del caso, le iniziative necessarie per l’applicazione, che prescinde dalla iscrizione all’Albo, della ‘particolare disciplina di cui agli artt. 136 -139 del codice per la protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003 n.196) – tesa a contemperare il diritto all’informazione la libertà di stampa con i diritti della persona, in particolare quello alla riservatezza’ come si legge citata nota, nonché a proibire la divulgazione di informazioni personali e sensibili che non rientrano nell’esercizio legittimo del diritto di cronaca”.

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