La “cosa” di Civati ha un nome e un simbolo. Entrambi molto brutti

26 Mag 2015 17:18 - di Lisa Turri

È davvero enigmatico il logo del movimento cui Pippo Civati intende dare vita: si chiamerà Possibile (strizzatina d’occhio a Podemos) e la scritta campeggia appunto su un fondo rosa tendente al viola (accenno identitario ai diritti gay? Nostalgia del popolo viola? Boh…). E poi ci sono due barre bianche, vuote. Può sembrare il segno = ma anche no. Uguale come uguaglianza, cioè il valore dimenticato dalla sinistra. Possono sembrare però anche due caselle da riempire, lasciando ampio margine all’immaginazione. In sintesi: raramente si è visto un simbolo più brutto, un simbolo che non comunica quasi nulla tranne una qualche confusione di idee…

Civati: sarà un movimento orizzontale, dinamico, futuribile, aperto a tutti…

Dopo le regionali il movimento sarà presentato, come lo stesso Civati ha spiegato in un’intervista al Corriere: “A giugno dopo le regionali presenteremo Possibile, un soggetto politico nuovo e fortemente innovativo, orizzontale come una rete e dinamico come un movimento, che non è la trasposizione di modelli stranieri ma sfida i vecchi partiti italiani sul campo della rappresentanza e della partecipazione”.  “Questo nuovo soggetto – continua Civati – che spiegheremo con calma, lo mettiamo a disposizione di tutti coloro – singoli cittadini e formazioni organizzate già esistenti – che sono interessati a condividere con noi un modello di lavoro completamente nuovo, che mira a formare una classe dirigente davvero competente e libera, e che si candida a governare il Paese, non certo a fare testimonianza. Possibile non è uno strappo, è una sfida rivolta a noi stessi e ad altri compagni di strada. Non è contro nessuno e non vuole escludere nessuno, ha l’uguale nel logo che è già una dichiarazione di intenti e proverà a raccontare ai tanti italiani delusi che non è vero, come ci hanno detto in questi anni, che non ci sono alternative, ma che al contrario un’alternativa è Possibile”.

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