Il britannico FT elogia l’Italicum ma boccia Renzi: «È un premier mai votato»

6 Mag 2015 16:23 - di Niccolo Silvestri

Se in Italia più un leader politico già pensa a come disfarsene, in Gran Bretagna potrebbero addirittura adottarlo. Almeno questo si è autorizzati a giudicare dalle lodi riversate dal solitamente compassato Financial Times all’approvazione della nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum. «Renzi – si legge infatti sul prestigioso giornale britannico – scuote la scricchiolante governance italiana». Il FT sposa incondizionatamente la tesi del premier italiano dal momento che inserisce l’Italicum in un più vasto ambito di riforme inaugurato dall’introduzione del Jobs Actcioè la riforma del mecato del lavoro.

«Con l’Italicum l’esecutivo è più forte»

Il giudizio del tabloid finanziario è perfettamente sovrapponibile a quello di Renzi. Entrambi, infatti, fannno discendere dalla nuova legge elettorale conseguenze quasi miracolistiche per il nostro sistema politico. Per il Financial, l’Italicum punta a mettere fine all’«ossessivo sistema di pesi e contrappesi che ha regolarmente prodotto coalizioni di governo instabili» e offre la possibilità di dar vita ad un esecutivo stabile. Fra gli aspetti positivi, il fatto che «il nuovo sistema potrà accrescere il potere dell’esecutivo di solito debole» e potrà aiutare le future amministrazioni «a confrontarsi con gli interessi acquisiti» di alcune categorie, «come sindacati e giudici».

Non mancano critiche alla eccessiva frammentazione politica

Un quadretto a dir poco idilliaco che consente al premier italiano di raccogliere quanto seminato nei rapporti coltivati con importanti ambienti inglesi sin da quando era solo il presidente della provincia di Firenze. Lo stesso FT si è accorto che tanta melassa rischiava di risultare indigesta anche ad un estremista renziano ed ha aggiunto un po’ di veleno nella coda dell’editoriale. Vi si legge, infatti, che la legge «presenta anche aspetti preoccupanti». Fra questi il rischio che alla fine venga dato troppo potere all’esecutivo e che venga permesso l’ingresso di partiti molto piccoli, aumentando così la frammentazione. Desta qualche dubbio anche il modo in cui Renzi sta portando avanti le riforme. «Non va dimenticato che il primo ministro non è arrivato al potere dopo un’elezione legislativa». Circostanza, ci permettiamo di aggiungere, che in Gran Bretagna non si sarebbe mai verificata.

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