Rinvio sui Marò, il centrodestra attacca Renzi: «Basta schiaffi dall’India»

28 Apr 2015 12:19 - di Giorgia Castelli

Altri due mesi di attesa per i due marò: la decisione della Corte suprema indiana di rinviare a luglio il loro caso ha subito provocato la dura reazione del centrodestra. «Marò, ancora un rinvio in India! Basta! Resti in Italia Massimiliano Latorre e si faccia rientrare subito Salvatore Girone», ha scritto su Twitter Elio Vito, presidente della Commissione Difesa di Montecitorio, taggando il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Sulla stessa linea il senatore azzurro Maurizio Gasparri: «Vergogna! La Corte suprema indiana va in ferie e rinvia ricorso marò a luglio. Renzi inerte. Italia umiliata».

Il caso marò e l’assenza del governo Renzi

Per Elvira Savino, capogruppo di Forza Italia in Commissione Politiche della Ue a Montecitorio: «Se non fosse una tragedia, sarebbe una farsa. È l’ennesima umiliazione per l’Italia – si legge sul suo sito internet – che con il governo Renzi non ha alcuna considerazione in ambito internazionale. Così come nulla è riuscita a fare l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue Mogherini. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai due marò e alle loro famiglie per la sconfortante situazione in cui li hanno messi prima Monti, poi Letta e adesso Renzi. Dalla fine del governo Berlusconi, l’ultimo eletto democraticamente dagli italiani, l’Italia non ha più una politica estera ma è in balìa delle onde». Per Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia: «A meno che non ci sia un accordo per evitare una sentenza sfavorevole in piena campagna elettorale (e saremmo davvero di fronte a un tradimento), il nuovo rinvio da parte della Corte suprema indiana della discussione del ricorso dei due marò contro la polizia investigativa Nia è l’ennesimo schiaffo in faccia all’Italia. Quando il governo deciderà di intervenire per mettere la parola fine a questa vergogna che dura da più di tre anni? Sono questi – ha concluso Cirielli – i frutti delle strategie del premier Renzi? Basta umiliazioni».

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