Morì durante l’arresto, il Viminale deve risarcire un milione e 200mila euro
Morì dopo l’irruzione della polizia nella sua casa, nel 2006. Ora il Viminale e tre poliziotti sono stati condannati a risarcire un milione e 200mila euro ai familiari di Riccardo Rasman, il disabile di Trieste vittima dell’episodio. Ma il legale della famiglia, Claudio Defilippi, ha annunciato ricorso contro una somma che ritiene insufficiente, perché a suo avviso non riconosce il danno patrimoniale e quello tanatologico, ovvero il danno subito da Rasman e tramandabile alla sua famiglia, «stremata – ha detto l’avvocato – dopo dieci anni di battaglia contro lo Stato».
«Più grave del caso Aldrovandi»
Questo caso, ha commentato l’avvocato, «è ancora più grave di quello di Federico Aldrovandi per il quale lo Stato è stato condannato a pagare circa il doppio». È anche per questa ragione che sarà presentato il ricorso, ha spiegato ancora il legale, secondo il quale, in attesa di un pronunciamento in appello, «lo Stato potrebbe almeno pagare quei 500mila euro che aveva offerto in via transattiva», ma che i famigliari di Rasman non avevano accettato perché avrebbe posto fine alla causa.
La vicenda Rasman
Riccardo Rasman, aveva 30 anni ed era in cura in un centro di salute mentale, quando la sera del 26 ottobre 2006 la Polizia venne chiamata da alcuni vicini perché il giovane, da solo nel suo appartamento, aveva lanciato due petardi contro alcuni passanti, creando allarme. Gli agenti fecero irruzione nell’appartamento perché non fu loro aperta la porta e lo immobilizzarono schiacciandolo a terra per alcuni minuti durante le fasi dell’arresto. Rasman venne colpito da carenza respiratoria e morì sull’uscio di casa per un collasso cardiocircolatorio. Durante il processo penale, l’avvocato ricordò più volte che Rasman era schizofrenico, incapace con invalidità all’80% e gli agenti lo sapevano. La Cassazione, nel 2011, stabilì che si trattò di una morte che «era pacificamente evitabile qualora gli agenti avessero interrotto l’attività di violenta contenzione a terra del Rasman, consentendogli di respirare». Gli agenti, quindi, furono condannati a sei mesi ciascuno, con pena sospesa, per omicidio colposo. Dopo la condanna penale, Defilippi presentò la richiesta di risarcimento per un ammontare di 0tto milioni di euro, chiedendo il sequestro dei beni dei poliziotti e di un conto corrente del ministero.