Pordenone: coppia uccisa in auto. Non si trova la pistola. Caccia al killer

18 Mar 2015 13:59 - di Roberto Frulli

Il procuratore di PordenoneMarco Martani, non ha dubbi. E’ un duplice omicidio quello di Trifone Ragone, 29 anni, originario di Monopoli, sottufficiale dell’Monopoli in servizio al 132/o Reggimento Carri di Cordenons della Brigata Corazzata Ariete e della compagna Teresa Costanza, 30 anni, originaria di Agrigento, laureatasi alla Bocconi nel 2010 in Marketing Management ed ora dipendente delle Assicurazioni Generali, trovati morti martedì nella propria auto di fronte al Palazzetto dello Sport di Pordenone. Dai primi rilievi la vicenda era apparsa come un  omicidio-suicidio ma poi, con il passare delle ore e il mancato ritrovamento dell’arma, si sono  delineati meglio i contorni: «Il mancato rinvenimento dell’arma del delitto – ha fugato ogni dubbio il magistrato di Pordenone – adesso può considerarsi ufficiale. Dopo aver concluso i rilievi nell’abitacolo nel corso della notte, alla luce del giorno, anche in tutta l’area attigua alla sparatoria, è chiaro che i due giovani sono stati uccisi da una terza persona e la pista dell’omicidio-suicidio cade definitivamente».
Martani ha anche spiegato che sono in corso rilievi scientifici e balistici e che nelle prossime ore il quadro potrà essere più chiaro: «dalle prime verifiche – ha riferito – non sono emerse situazioni particolari o minacce più o meno recenti nei confronti della coppia, che pare conducesse una vita normale. I controlli proseguono senza soluzione di continuità e non tralasciamo alcuna pista».

Trifone Ragone e Teresa Costanzo trovati morti in auto

Gli investigatori hanno ricostruito parzialmente le ultime ore della coppia Trifone Ragone si era allenato in palestra con i pesi, poi era uscito nel parcheggio e poco dopo, attorno alle 20,  viene ritrovato morto, assieme alla compagna, all’interno della loro vettura di fronte al Palazzetto dello Sport di Pordenone.
Ad accorgersi della presenza di due persone prive di vita, nell’abitacolo di un’utilitaria, è stato un istruttore di judo che, uscito a sua volta dalla palestra pochi istanti prima, ha notato il veicolo con il finestrino rotto e due giovani esanimi e in una pozza di sangue, con ferite d’arma da fuoco alla testa.
Sul posto sono giunti dapprima i Vigili del fuoco del Comando provinciale, che si trova esattamente di fronte alla struttura sportiva: i primi vigili sono accorsi addirittura a piedi, richiamati dalle richieste di soccorso, ma constatato di non poter più fare nulla per gli occupanti del veicolo – una Suzuki Alto -, hanno atteso l’arrivo del 118 e dei Carabinieri.
La zona è stata immediatamente transennata per permettere i rilievi degli esperti della Scientifica. Sul posto anche il medico legale, inviato dalla Procura della Repubblica di Pordenone. Gli inquirenti si sono stretti nel riserbo più assoluto: in un primo momento, era circolata la voce che accreditava la tragedia come un omicidio-suicidio, ma i successivi rilievi hanno poi tolto alcune certezze e taluni elementi non convincono gli investigatori, i quali non hanno affatto escluso che i due giovani possano essere stati freddati da una terza persona. Saranno decisivi gli accertamenti nelle prossime ore e l’autopsia sulle vittime.
Nel frattempo i Carabinieri di Pordenone stanno svolgendo indagini serrate e controllando le telecamere della videosorveglianza pubblica e privata della zona. La coppia viveva a Pordenone da un paio d’anni. L’uomo era piuttosto noto negli ambienti della pesistica dove aveva ottenuto anche buoni risultati agonistici. Un paio d’anni fa, aveva anche vinto la selezione di Lignano del concorso di “Mister Friuli Venezia Giulia“.

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