Mafia capitale, ora Odevaine ammette: sì, i soldi li prendevo da Buzzi

27 Mar 2015 20:32 - di
Luca Odevaine

Ha ammesso di aver preso soldi da Salvatore Buzzi, l’uomo delle cooperative rosse, spiegando che per lui svolgeva «un ruolo di facilitatore». È quanto ha detto nelle ultime ore ai Pm di Roma da Luca Odevaine, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”, nel corso di dichiarazioni spontanee. In quattro ore Odevaine, ex capo della polizia provinciale di Roma ed ex vice capo di gabinetto del sindaco Valter Veltroni in Campidoglio, ha ricostruito ai pm romani i suoi rapporti con Buzzi spiegando che i 5.000 euro mensili che, secondo l’accusa, il clan Carminati gli garantiva erano soldi «dovuti al suo ruolo di facilitatore e spicciaproblemi». In merito al suo ruolo nel tavolo sull’immigrazione, l’indagato ha spiegato che si trattava di una «struttura meramente tecnica e operativa che non aveva funzioni di natura politica».

Odevaine era il capo di gabinetto di Veltroni in Campidoglio

Di mafia capitale parla anche il capogruppo di FdI alla Camera Fabio Rampelli, secondo cui «la triste e per certi versi tragicomica vicenda di Ostia, con le mezze dimissioni del presidente del Pd Tassone, revocabili o meno entro l’8 aprile, rappresenta un altro tassello di quella malagestio che sta mettendo la sinistra con le spalle al muro. La nomina del taumaturgico Sabella a delegato del sindaco Marino per il litorale e, soprattutto, il combinato disposto degli opachi rapporti con la malavita e del malgoverno del territorio, c’inducono a chiedere l’immediato scioglimento del municipio X e il ricorso anticipato alle elezioni nella prima finestra utile, per dare un governo legittimo ai cittadini». Rampelli aggiunge: «Tuttavia occorre precisare che, dopo la vicenda ridicola delle multe alla Panda rossa del sindaco uno tsunami si è abbattuto sul Campidoglio. Troppi gli assessori indagati, evidente ormai il rapporto privilegiato tra Marino, il Pd e Buzzi, a proposito di “Mafia Capitale”, clamorosi gli scivoloni, le distrazioni e le inefficienze della giunta, fino a tre mesi fa nel mirino della stessa dirigenza del Pd. Insomma, un caos di cui Marino dovrebbe prendere atto dimettendosi». Alla fine della giornata le conclusioni le trae Francesco Storace: «Un po’ di pazienza e prima o poi il Pd romano si costituisce», scrive infatti in un tweet il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.

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