L’Ucraina taglia il gas ai separatisti. Putin: «Puzza un po’ di genocidio…»

25 Feb 2015 17:23 - di
Vladimir Putin visita le truppe in Daghestan

La decisione del governo ucraino di tagliare le forniture di gas alle zone occupate dai separatisti «puzza un po’ di genocidio». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin.«So – ha detto Putin, citato dall’agenzia Interfax – che in quella zona vivono circa quattro milioni di persone, potete immaginare – ha proseguito – che tutta questa gente resterà senza forniture di gas durante la stagione invernale?». Il leader del Cremlino ha poi dichiarato che nel Donbass «c’è già la fame, l’Osce ha già constatato che c’è una catastrofe umanitaria. Se si tagliano anche le forniture di gas, di cosa si può parlare? Questo – ha concluso – puzza un po’ di genocidio».

Putin: chi vuol far fallire il processo di pace?

La Russia è preoccupata dal fatto che ci siano «molte persone a Kiev e fuori dall’Ucraina che vogliano far fallire il processo di pace nell’est del Paese». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, incontrando a Mosca il presidente del Senato francese, Gerard Larcher. Il capo della diplomazia russa ha anche invitato l’Osce a monitorare più efficacemente il ritiro delle armi pesanti, come previsto dagli accordi di Minsk. Parlando delle forniture di gas, il presidente Putin ha aggiunto che «la cifra pagata in anticipo dalla parte ucraina basterà per le forniture di gas per 3-4 giorni e se non arriveranno altri pagamenti Gazprom sospenderà le forniture». Il presidente russo ha precisato che «è chiaro che questo può rappresentare una minaccia al transito del metano russo verso l’Europa». Putin ha comunque espresso la speranza che non si arriverà a tali misure estreme e che le forniture di metano non saranno interrotte, «ma questo – ha precisato – non dipende solo da noi ma anche dall’Ucraina».

La denuncia di Amnesty International

Intanto Amnesty International si occupa del conflitto tra regime ucraino e indipendentisti filorussi: armi illegali, come le bombe a grappolo, sarebbero state utilizzate nel conflitto in Ucraina: è la denuncia di Amnesty, che critica inoltre entrambe le parti in lotta per l’alto numero di vittime tra i civili. «Tenendo conto di tutti i dati i nostro possesso al momento, riteniamo che (bombe a grappolo) siano state utilizzate da entrambe le parti». Nel suo ultimo rapporto annuale pubblicato l’organizzazione per i diritti umani biasima poi entrambe le parti in conflitto per l’alto numero di morti civili derivanti dal fuoco indiscriminato di colpi di mortaio o razzi non guidati sparati in aree popolate: in Ucraina orientale «entrambe le parti non sono riuscite a prendere le precauzioni necessarie per proteggere i civili, in violazione delle leggi di guerra», afferma Amnesty. L’organizzazione per i diritti umani ha anche registrato rapimenti, torture e uccisioni sommarie da parte di battaglioni di volontari al fianco del governo e da parte di unità combattenti dei separatisti.

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