Ambulante accoltellato ai Fori, preso un afgano: aveva già colpito 4 volte

18 Feb 2015 18:57 - di Redazione

Aveva fatto una sorta di giuramento: non si sarebbe fermato fino a quando non avrebbe ucciso 25 pakistani. Ecco cosa ha spinto l‘aggressore afgano dei Fori Imperiali ad accoltellare l’ambulante ora in prognosi riservata: aveva l’unica colpa di essere pakistano. C’è un regolamento di conti dietro l’accoltellamento avvenuto a due passi dal Colosseo,  nel paradiso di Marino, scattata dopo il rifiuto del rilascio di un visto da parte dell’ambasciata del Pakistan.

Ambulante accoltellato

È quanto ricostruito dai carabinieri del Comando provinciale di Roma che hanno fermato un afgano di 25 anni, con diversi precedenti, considerato l’autore di quel ferimento e di altri tre simili avvenuti nelle ultime settimane. A quanto emerso dalle indagini, l’unica “colpa” del venditore ambulante, ricoverato in ospedale in coma farmacologico e ancora in pericolo di vita, sarebbe stata quella di essere un pakistano. Il suo aggressore lo avrebbe scelto per caso tra i connazionali che si trovavano in quel momento sulla strada. Così si è avvicinato alle spalle e lo ha colpito apparentemente con un pugno prima di confondersi fra la gente. Nella mano, però, nascondeva una lama che ha reciso la giugulare. Ad incastrare l’afgano, in Italia da alcuni anni con un visto di asilo politico, un testimone che si trovava a pochi metri di distanza e un altro pakistano che aveva ferito il giorno precedente al gluteo. I carabinieri della compagnia Roma Centro hanno, infatti, identificato poco dopo il ferimento di sabato un ambulante originario del Pakistan che si trovava a pochi metri di distanza. L’uomo ha fornito un indizio utile agli inquirenti, ossia che il responsabile aveva un occhio semichiuso. Poi i militari si sono recati nel centro d’accoglienza su via Tiburtina dove dormiva la vittima e un carabiniere ha intuito che alcuni stranieri parlavano tra di loro in inglese di un episodio simile avvenuto il giorno prima.

Quattro aggressioni a febbraio

Gli investigatori sono risaliti anche all’altra vittima che, insieme al testimone, ha riconosciuto l’afgano attraverso le foto segnaletiche. Diramate le ricerche, lo straniero è stato fermato su via Cristoforo Colombo con in tasca il coltello. A quanto ricostruito dai carabinieri, a scatenare la rabbia dell’uomo è stato un visto che l’ambasciata del Pakistan gli ha negato a fine gennaio per motivi burocratici: un documento per lui necessario per raggiungere l’Afganistan visto che dall’Italia non ci sono voli diretti. In quell’occasione l’uomo fu arrestato perché quando i dipendenti gli comunicarono che non era possibile rilasciarlo immediatamente in quanto erano in attesa di altre carte minacciò tutti con un coltello e colpì con un pugno uno dei funzionari. Al momento sono 4 le aggressioni accertate, avvenute tra il primo e il 14 febbraio nelle strade del centro storico attorno a piazza Venezia, ma proseguono le indagini per chiarire se gli episodi siano di più. Oltre all’uomo che l’ha riconosciuto, altri due sono ancora ricoverati in ospedale per ferite al torace. Sembrerebbe inoltre che il giovane si sia reso responsabile a fine dicembre anche di un’aggressione ai danni di una donna, ufficiale di sicurezza, all’aeroporto di Islamabad.

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