Lo scatto d’orgoglio del russo Lavrov: l’Occidente non riuscirà ad isolarci

21 Gen 2015 18:12 - di Redazione

Uno scatto d’orgoglio. Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, usa la sua conferenza stampa annuale sul bilancio della politica diplomatica russa nel 2014 avvertendo che la Russia non vuole l’auto isolamento e l’Occidente non riuscirà ad isolarla.
«A Mosca si sentono parecchie dichiarazioni di partner occidentali che occorre isolare ulteriormente la Russia, tutti questi tentativi non porteranno ad alcun risultato», ha spiegato   commentando anche il discorso alla nazione di Obama.
«Il presidente Obama ha ritenuto possibile nel suo discorso alla nazione di ieri pressappoco la stessa cosa – ha proseguito Lavrov aggiungendo che – la Russia non seguirà mai la via dell’autoisolamento, della ricerca dei nemici e del sospetto, come ha detto Putin».
Mosca, d’altra parte, assicura Lavrov, «non vuole e non consentirà una nuova guerra fredda». E, anzi, invita gli Usa, dopo il «serio aggravamento» dei rapporti bilaterali nel ’14, a tornare ad una «cooperazione costruttiva» sulla base del«rispetto dei reciproci interessi».
Quanto alla questione ucrainaSerghiei Lavrov, ha negato la presenza di truppe russe nell’Ucraina dell’est: «se ne parlate con tale certezza, mostrate le prove, ma finora nessuno lo ha fatto», fa notare il titolare del dicastero degli Esteri di Mosca.

Il ministro russo Lavrov: collaboriamo contro il terrorismo

Il discorso di Lavrov spazia, ovviamente, a 360 gradi, dai rapporti con gli Stati Uniti, all’Avana, dato il nuovo corso di relazioni bilaterali intrapreso fra Cuba e Washington, fino alla questione caldissima del terrorismo con tutte le sue implicazioni.
«Il discorso di Obama sullo stato dell’Unione dimostra che al centro della loro filosofia c’è la convinzione di essere il numero uno e che tutti gli altri lo devono riconoscere», irride Lavrov secondo il quale «questa posizione non è in sintonia con la realtà di oggi e dimostra che gli Usa vogliono dominare il mondo, non solo essere i primi tra uguali».
«I nostri partner occidentali devono capire che la sicurezza nel mondo di oggi non è possibile attraverso un approccio unilaterale – insiste il ministro degli Esteri russo – gli Usa non possono risolvere nemmeno una questione internazionale da soli, sono già stati costretti a chiedere aiuto, a formare coalizioni: è successo così in Iraq, ora accade anche nella lotta contro il cosiddetto Stato islamico». E poi la stoccata: «la mentalità da Guerra Fredda non è ancora scomparsa»  nei partner dell’Alleanza atlantica.
Non può mancare, nella conferenza stampa, l’accenno al nuovo corso fra gli Stati Uniti e L’Avana. La normalizzazione delle relazioni tra Usa e Cuba non si rifletterà negativamente sui rapporti tra Mosca e L’Avana assicura il capo della diplomazia russa dando concretezza a quella che è stata la strategia di riavvicinamento degli ultimi anni con il Cremlino che ha rispolverato i suoi legami storici con l’isola caraibica, un vecchio alleato dell’epoca sovietica.
Peraltro, ricorda Lavrov, nonostante la tensione legata alla crisi ucraina, Mosca sta continuando a collaborare con l’Occidente nella lotta al terrorismo tanto che l’intelligence russa ha mantenuto i contatti con la sua controparte francese, dove sono stati arrestati cinque ceceni sospettati di preparare un attentato. Lavrov non ha tuttavia precisato se i servizi segreti russi abbiano condiviso informazioni che hanno portato a tali arresti.

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