Il Papa ai superstiti del tifone Yolanda: «Piango con voi, non siete soli»

17 Gen 2015 13:23 - di

«Non ho parole per condividere il vostro dolore. Vi confido che quando a Roma ho visto la devastazione del tifone ho capito che dovevo essere qui, quel giorno ho deciso questo viaggio. Vi dico solo che sono con voi, e che non siete soli». Il Papa è giunto in aereo a Tacloban, epicentro del tifone che nel 2013 nelle Filippine ha fatto oltre diecimila vittime e devastato l’isola. Migliaia di persone durante la Messa lo guardavano calamitate, molti avevano il viso rigato di lacrime. Lui indossava una cerata gialla a causa del maltempo.

Accolto da applausi e lacrime

Ha iniziato chiedendo di poter parlare in spagnolo, con la traduzione simultanea in inglese, ed è stato anche applaudito quando ha spiegato che non poteva non essere qui. Man mano che procedeva nella meditazione sul dolore dei sopravvissuti, invece, sono prevalse le lacrime e il silenzio. Papa Francesco ha iniziato commentando un brano di San Paolo: «Gesù è come noi, vive come noi e ci guarda in tutto eccetto che nel peccato, però per essere di più come noi, assume la condizione di peccato, fa se stesso peccatore, questo – ha commentato – lo dice Paolo e lo conosciamo». «Gesù – ha proseguito – va sempre davanti a noi, e quando noi viviamo qualche esperienza lui la vive prima di noi, e se oggi tutti noi ci riuniamo qui 14 mesi dopo che passò il tifone Yolanda, è perché abbiamo la sicurezza che non si indebolisce la fede».

Il Papa: «Il Signore non ci defrauda»

A questo punto papa Bergoglio è stato interrotto da un caldo applauso. «Sono venuto per stare con voi – ha spiegato – io non posso stare, ma Gesù può stare, sono venuto a dirvi che Gesù è con voi, il Signore che non defrauda. “A me mi defraudò perché persi la mia casa, la mia famiglia, quello avevo”, è vero se dite questo e io rispetto questo sentimento, ma Gesù dalla sua croce non mi defrauda… Per questo teniamo un Signore che è capace di piangere con noi, di accompagnarci nel momento più difficile della vita. Tanti di voi hanno perso tutto, non so cosa dirvi, Dio sa cosa dirvi. Tanti di voi hanno perso parte della famiglia, li accompagno con il mio cuore in silenzio. Tanti di voi si sono chiesti guardando Cristo “perché Signore?”. A ciascuno il Signore risponde nel cuore, dal suo cuore. Non ho altre parole da dirvi. Guardiamo a Cristo, lui è il Signore, lui ci comprende perché ha sperimentato la croce. E sotto la croce c’era la Madre, noi siamo come bimbi che nel momento di dolore di pena che non capiamo niente, solamente ci viene di tirare la mano fermamente e dirle “mamma”, come un bimbo quando ha paura dice “mamma”. È questa l’unica parola che può spiegare cosa sentiamo nel momento oscuro, “madre mamma”».

La morte di una ragazza

Un incontro molto intenso che è stato turbato dalla morte di una ragazza. Durante la messa del Papa a Tacloban, questa mattina, una ragazza è rimasta uccisa quando le è caduto addosso, per il vento, un pezzo di attrezzatura mobile. Il Papa, appresa la notizia, ha incaricato Alberto Gasbarri, l’organizzatore dei viaggi papali, di prendere contatto con la famiglia della ragazza per poterla confortare e far sentire la sua vicinanza.

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