L’ultima trovata di Hollande: al bando lo champagne, «è roba da ricchi»

3 Dic 2014 12:18 - di Romana Fabiani

Tra pruriginosi scandali familiari, gaffe e sondaggi impietosi, François Hollande è sempre più a corto di argomenti per risollevarsi dalla caduta libera. “Povero è bello”, è l’ultima parola d’ordine di monsieur le president nel tentativo di recuperare il voto della gauche che gli ha voltato le spalle fino a preferirgli l’avversario numero uno, il Front national di Marine Le Pen. Così prova  a vestire i panni del fustigatore del lusso giocandosi la carta del pauperismo nazionale per strizzare l’occhio a contadini e operari. «I poveri sono la mia ragion d’essere, l’impegno di tutta la mia vita», va ripetendo da mesi per smentire le dichiarazioni velenose dell’ex compagna Valérie Trierweiler, che nel suo pamphlet vendicativo ha raccontato che il presidente si diverte a chiamarli “sdentati”.

Addio bollicine

Adesso, come riporta il Giornale, sono i viticoltori francesi a prendersi la rivincita raccontando l’esilarante messa al bando dello champagne dalle cerimonie all’Eliseo, niente bollicine, orgoglio della produzione francese, avrebbe ordinato Hollande perché «è roba da ricchi» (ça fait riche). La frase pronunciata dall’ex campione progressista (che ama il buon vino ma non lo dice) viene spifferata a le Journal du dimanche dall’elegante Pierre-Emmanuel Taittinger, capo del celebre marchio di champagne, che due anni fa,  in occasione della visita della cancelliera tedesca Angela Merkel, dovette subire l’onta del divieto.

La vendetta dei viticoltori

Oggi,  tartassati dalle tasse e dalla campagna presidenziale, i produttori  francesi sono pronti alla riscossa contro l’ondivaga politica economica e sociale dell’inquilino dell’Eliseo. Supertassati come se fossero un pericolo pubblico, impossibilitati a far pubblicità al prodotto di cui sono i primi esportatori al mondo, aprono ufficialmente le ostilità. E c’è da scommetterci che la mossa del patron della Taittinger, sia solo la prima di un lungo elenco di rivelazioni scomode.  Si può imaginare una peggiore pubblicità internazionale per l’eccellenza della produzione nazionale?, si chiede indignata la stampa francese. «Se poi ora Hollande demonizza lo champagne per strizzare l’occhio ai poveri, sembra davvero arrivato il momento per i viticoltori francesi di prepararsi a stappare le bottiglie per un nuovo inquilino all’Eliseo», conclude l’articolo il giornale diretto da Alessandro Sallusti.

 

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