«I profughi? Girano nudi davanti alle finestre»: la rabbia dei romani

12 Nov 2014 18:31 - di Antonio La Caria

Per il sindaco Ignazio Marino non sono residenti qualsiasi, ma gruppi di fanatici che si tuffano nella caccia agli immigrati. Per i vendoliani sono persone “guidate” da estremisti di destra. Alla fine, saranno loro a farne le spese, anche perché molti quotidiani già puntano l’indice contro gli abitanti del quartiere Tor Sapienza di Roma. Nessuno si preoccupa di ascoltarli, di capire la loro rabbia e la loro esasperazione.

Le testimonianze di chi vive nel quartiere

«Qui non si vive più. Da quando sono arrivati gli immigrati del centro di accoglienza, la situazione è diventata insostenibile. Siamo esasperati. Tutte le mattine esco alle cinque con un coltello in tasca, perché ho paura di essere aggredita», racconta Eliana, che abita in uno dei palazzi popolari di Tor Sapienza, teatro delle proteste anti-immigrati. «Sono stata aggredita in autobus alcune settimane fa da tre stranieri per il telefonino – racconta un’altra cittadina – per poco non mi facevano cadere a terra. Sono sempre loro. Già siamo costretti a convivere con i nomadi del campo di zona e con romeni e albanesi che abitano nelle case popolari. Ci mancava solo il centro di accoglienza. Sono questi immigrati a compiere furti e aggressioni in zona». Intanto, dopo i disordini, rimangono per strada chiazze di sangue sul marciapiede davanti allo stabile popolare dove si erano riuniti gli abitanti, insieme con mobili rotti sotto le finestre del centro di accoglienza che è al lato opposto della strada. «Dalle finestre del centro di accoglienza ci hanno tirato di tutto – raccontano gli abitanti – dalle sedie ai tavoli, alle bottiglie. Per questo noi abbiamo risposto lanciando sassi».

«Ecco come hanno ridotto la nostra zona»

«Questo è solo l’inizio. Siamo pronti ad andare avanti e a farci giustizia da soli. Non ci fermeremo fino a quando tutti gli immigrati avranno lasciato il nostro quartiere», aggiungono alcuni abitanti del quartiere. «Siamo esasperati – racconta una cittadina – e non perché siamo razzisti ma perché queste persone commettono furti, aggressioni, rendendo invivibile la nostra zona. Se nessuno ci garantisce giustizia e sicurezza siamo costretti a pensarci da soli, perché qui non si vive più». I cittadini delle palazzine popolari raccontano che gli stranieri ospiti del centro «girano nudi davanti alle finestre nonostante in strada o nei palazzi di fronte ci siano dei bambini, fanno i bisogni ovunque e rubano. Andremo avanti fino a quando non se ne andranno via tutti: dal centro di accoglienza al campo nomadi, alle abitazioni popolari dove abitano romeni e albanesi», dicono.

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