Milioni per “Mare Nostrum” e niente soldi per gli uomini in divisa
L’Italia spende dieci milioni di euro al mese per l’operazione “Mare Nostrum” a favore degli immigrati clandestini che arrivano in Italia, ma non ha soldi per i servitori dello Stato che ogni giorno rischiano la vita per garantire la sicurezza dei cittadini. Ormai la rabbia delle Forze dell’Ordine è tale che i loro rappresentanti sono stati costretti a minacciare uno sciopero che mai era stato evocato nella storia dell’Italia repubblicana, ma anziché trovare un governo pronto ad ascoltarli i sindacati degli agenti hanno dovuto subire l’onta del presidente del Consiglio Matteo Renzi che li ha accusati di “ricatto”. E solo perché chiedono quel che gli spetta, l’aumento annuale che indicizza il loro stipendio. Eppure mai come adesso chi veste la divisa è esposto ad alti rischi. Gli uomini e le donne che agiscono nelle operazioni umanitarie rischiano addirittura la tubercolosi, tornata alla ribalta dopo essere scomparsa in Italia e se il virus Ebola dovesse risalire dai paesi laddove è pericoloso sarebbero sempre loro a dover stare al fronte prendendosi i rischi. In cambio di questo eroismo quotidiano il governo li definisce “ricattatori” e ha il coraggio di annunciare che gli bloccherà lo stipendio per il 2015, mentre le tasse e le imposte che dovranno pagare saliranno. Accade anche che dopo la tragedia avvenuta a Napoli si addita come colpevole un carabiniere che è scivolato in una colluttazione facendo partire un colpo accidentale, assolvendo un latitante che con altre due persone a bordo di una moto ha forzato un posto di blocco. Mai come adesso serve una forte solidarietà con gli uomini in divisa, servitori dello Stato ai quali non viene riconosciuto né il ruolo sociale né la remunerazione per quel che fanno per gli italiani.