Immigrazione, ancora sbarchi e incidenti: settanta dispersi dopo il naufragio di un gommone

2 Lug 2014 14:41 - di Bianca Conte

Alle prime luci dell’alba era deserto il molo del porto di Pozzallo dove erano ormeggiati il “peschereccio della morte” con 46 cadaveri e la nave Grecale con a bordo 566 migranti. Già, 45 e non 30: il bilancio finale dei morti di uno dei tanti, drammatici viaggi della disperazione, non poteva che smentire la cifra stimata per difetto a notizia appena diffusa. Un bollettino che aggiorna di ora in ora l’entità degli incidenti e il numero dei dispersi che poi vanno ad allungare l’elenco dei morti. Una lista interminabile che deve aggiungere anche una settantina di migranti che risultano attualmente dispersi nel naufragio di un gommone avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. La notizia, resa nota dall’Unhcr che ha raccolto le testimonianze di alcuni dei 27 superstiti, è stata confermata proprio in queste ore dalla Procura di Catania che ha aperto un’inchiesta. È andata meglio, invece, a un gruppo di 215 immigrati sbarcato, dopo essere stato soccorso dal mercantile Asso 25, sulla banchina di Porto Empedocle.
E mentre nuovi migranti approdano, altri si mettono in viaggio sfidando il mare e la morte, polizia e carabinieri procedono con gli accertamenti. Le indagini. Gli arresti. Così, proprio in contemporanea con il fermo a Catania e a Salerno da parte della polizia di Stato di tre uomini accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la Squadra mobile di Ragusa ha arrestato i due presunti scafisti del “peschereccio della morte” – il senegalese Oussman Maron di 30 anni e Ibrahima Conte del Gambia di 22 anni – arrivato martedì a Pozzallo con 45 cadaveri a bordo, dopo che l’imbarcazione aveva stipato a bordo 611 persone: più del doppio di quelle che poteva contenere. Ognuna delle quali aveva pagato l media di 1500 dollari a testa, facendo fruttare all’organizzazione quasi un milione di euro.
Sabato sera, allora, su iniziativa del sindaco Luigi Ammatuna, Pozzallo scenderà in strada con una fiaccolata per ricordare le 45 vittime, i cui corpi sono attualmente in una sala frigorifera della città, messa a disposizione dalla Protezione civile della Provincia di Ragusa. Poco distante, invece, a Siculiana (nell’Agrigentino), il Consiglio comunale locale ha deciso di riunirsi in seduta urgente e aperta per discutere dell’emergenza immigrazione. Di più: lunedì sera, dopo l’arrivo di 144 migranti che sono andati ad aggiungersi ai 356 già presenti nell’ex struttura alberghiera Villa Sikania, i cittadini sono scesi in strada per protestare contro il sindaco Mariella Bruno e la sua amministrazione.

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