Fini-Santanchè: scontro al calor bianco in diretta tv

19 Giu 2014 11:55 - di Guido Liberati

In diretta su RaiTre va in scena l’ennesimo atto della diaspora della destra italiana. Gianfranco Fini presenta la sua ultima iniziativa politica (la convention del 28 giugno a Roma per promuovere la sua idea di centrodestra) e coglie l’occasione per lanciare strali ai suoi ex colleghi di partito. «I “fratellini d’Italia”, o cuginetti di campagna, non possono usare la storia di Alleanza nazionale – dice l’ex leader di Futuro e Libertà – per sostenere ciò che vanno dicendo. Ed è un problema tutt’altro che personale, perché Alleanza nazionale è stata l’apertura della destra ad un mondo moderato, mentre oggi chi usa quel nome è diventato l’ultima ridotta veteromissina. E lo dice l’ultimo segretario del Movimento sociale italiano, senza nulla di personale: è un’analisi politica». In collegamento esterno c’è Daniela Santanchè, che sbotta: «Questo è un comizietto. Fini si presenti alle elezioni, presenti il suo partito. La prossima volta prenda i voti». Fini, 62 anni, alle spalle otto legislature, una da presidente della Camera, si chiama però fuori dalla lotta politica. «Berlusconi c’è e nessuno lo discute. Io non mi candido a nulla». Torna quindi a ribadire concetti ripetuti da anni, in più sedi e in più occasioni. «Le riforme vanno fatte con il più largo consenso possibile». Il motivo del ritorno sulla scena pubblica? «Dare occasioni di confronto. In due anni il centrodestra ha perso 6 milioni di voti. Poi sul premier: «Renzi ha davanti a sé un’autostrada se il centrodestra non si riorganizza». Mano tesa a Forza Italia, a Fratelli d’Italia e alla Lega, quindi? Niente affatto. Fini torna a ribadire che «ci sono evidenti incompatibilità nel centrodestra» e che con Berlusconi il rapporto si è interrotto «perché abbiamo una differente concezione della legalità». La Santanchè non ci sta neanche questa volta e lo interrompe: «Capisco il rancore. Lei voleva il posto di Berlusconi e non ce l’ha fatta. Ha perso una grande occasione. Ma pensi a come è stato graziato lei dalla giustizia». Gli altri ospiti in studio assistono tra l’imbarazzato e il divertito le schermaglie tra i due ex compagni di partito. Sogghigna Anna Ascani, uno dei volti nuovi del Pd, che ha trionfato alle europee. «Dall’altra parte vedo uno psicodramma collettivo pre e dopo Berlusconi». Ancora più perfido l’architetto “rosso” Massimiliano Fuksas. «In questo studio sento discorsi da vecchia politica, superati». Un concetto condiviso dal giornalista di Panorama, Carlo Puca: «Questo è un dibattito anacronistico. In Italia, oggi, la politica ruota attorno a tre leader: Renzi, Berlusconi e Grillo».  Alla fine di una trasmissione infuocata Gerardo Greco dà appuntamento alla prossima puntata di Agorà. Si prevedono buoni ascolti. Almeno lui ha di che sorridere.

 

 

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