Al Colosseo c’è chi incide il nome o porta via pezzi: nel 2014 denunciati vandali australiani, brasiliani e canadesi

20 Mag 2014 19:31 - di Redazione

Due australiani, padre e figlio di 45 e 12 anni, un canadese di 15 e un brasiliano di 16. Sono i “protagonisti” di bravate compiute nel 2014 ai danni del Colosseo. Giovanissimi, ma non solo, turisti stranieri che vogliono vergare il loro nome nella storia o addirittura portarsene un pezzetto nelle loro case. L’ultima, in ordine di tempo, è del minorenne brasiliano, in gita scolastica che ha inciso la lettera ‘M’ sul muro della terrazza Valadier, il belvedere ottocentesco affacciato sulla piazza del Colosseo. Il giovane è stato bloccato dal personale di vigilanza dello stesso Anfiteatro Flavio, ma il danno ormai era stato fatto. I carabinieri hanno identificato il ragazzo negli uffici della Soprintendenza e dopo aver ammesso le sue colpe è stato portato in caserma: ora rischia una denuncia per danneggiamento del patrimonio culturale alla Procura presso il Tribunale dei Minori. Lo scorso 17 marzo invece un turista canadese di 15 anni, anche lui in gita scolastica, voleva portarsi a casa un souvenir del Colosseo. Ha, infatti, staccato un laterizio dal muro del Colosseo, nascondendolo poi nel suo zaino. Grazie ad una foto di un visitatore, il servizio di vigilanza dell’Anfiteatro Flavio è riuscito a risalire al giovane poi fermato dai carabinieri del comando Celio. Nello zaino, i militari hanno trovato anche un frammento ceramico probabilmente antico. Entrambi i reperti sono stati messi sotto sequestro e presto saranno ricollocati al loro posto dalla soprintendenza. Il laterizio era stato staccato da un setto murario di collegamento tra il primo e il secondo ambulacro, in corrispondenza del fornice 7, al II ordine. L’11 gennaio scorso è stata la volta di un padre ed un figlio australiani, di 45 e 12 anni, che hanno pensato di lasciare una traccia indelebile della loro gita a Roma incidendo lettere sul Colosseo. Il ragazzino era già riuscito a scrivere, con un piccolo sasso, le prime due lettere del proprio nome su un muro laterizio risalente al periodo fine ottocento-inizio novecento mentre il padre faceva da palo, all’interno del Colosseo, al piano terra. Ma l’atto vandalico non è sfuggito all’occhio del personale della Soprintendenza che ha allertato i carabinieri. Il padre è stato denunciato, il 12enne, non imputabile, è stato segnalato alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni per imbrattamento di bene di interesse storico. Per il Soprintendente Mariarosaria Barbera quello di queste ore, è «l’ennesimo segnale della necessità di incrementare il personale di vigilanza, a partire dai siti di grandi dimensioni e con imponenti flussi turistici». Dello stesso avviso il direttore del Colosseo, Rossella Rea: «Siamo consapevoli che, pur tra migliaia di turisti corretti, vi sono soggetti capaci di comportamenti che possono tradursi in rischi sia per il monumento che per la loro stessa incolumità – conclude, ma con un addetto alla vigilanza ogni 2.500 turisti – conclude – è possibile che qualcosa sfugga al nostro doveroso controllo».

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