Ucraina, il “governo” di Kiev manda le truppe a sparare sulla folla

24 Apr 2014 17:24 - di Antonio Pannullo

Il governo provvisorio di Kiev attua una repressione armata sui dissidenti sparando sulla folla: ci sono dei morti tra la popolazione. Scontri a fuoco all’ingresso di Sloviansk, città dell’Ucraina orientale da due settimane in mano ai filorussi. Lo fanno sapere i media locali, secondo cui le forze armate ucraine sono arrivate con blindati ed elicotteri. Spari di fronte ad almeno due posti di blocco degli insorti pro-Mosca. Secondo il capo dei filorussi di Sloviansk, Viaceslav Ponomariov, da un lato le truppe di Kiev avrebbero attaccato con almeno 11 blindati, da un altro con sei blindati e due elicotteri. I soldati ucraini sarebbero entrati in alcune aree della città, che comunque continua a essere controllata dai filorussi. Ponomariov ha avvertito che i suoi sono pronti a resistere nonostante le loro armi siano poche. Successivamente i blindati delle forze armate di Kiev hanno sfondato una barricata dei filorussi a nord di Sloviansk. Nella città il personale civile del municipio ha ricevuto l’ordine di evacuare, ha reso noto Stella Khorocieva, portavoce del leader separatista Viaceslav Ponomariov. Ma gli uomini armati preposti a difenderlo restano sul posto, ha aggiunto. A quanto pare, cinque insorti filorussi sono rimasti uccisi nei combattimenti con le truppe di Kiev. Lo riferisce il “ministero dell’Interno” di Kiev. Prima le autorità sanitarie della regione di Donetsk (dove sorge Sloviansk) avevano parlato di un morto e un ferito. Inoltre il “ministero dell’Interno” di Kiev ha chiesto agli abitanti di Sloviansk – dove è in corso una violenta repressione armata contro gli insorti filorussi – di non uscire dalle proprie abitazioni e di non lasciare bambini da soli per le strade, come si legge in un comunicato. Il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu, ha reso noto che nell’operazione militare sferrata da Kiev nel sud-est ucraino sono impegnati oltre 11 mila uomini armati, 160 carri armati, più di 230 blindati, almeno 150 pezzi di artiglieria, tra cui cannoni e lanciamine, e un gran numero di mezzi dell’aviazione. Secondo Shoigu le forze di autodifesa russe contano su poco più di 2000 uomini con circa 100 armi automatiche prese principalmente dai commissariati di polizia e dai servizi di sicurezza locali, più alcune decine di fucili da caccia. «Le forze sono palesemente ineguali», ha sottolineato. Immediata la reazione di Mosca: «Se il regime di Kiev ha cominciato davvero ad usare l’esercito contro i civili dentro il Paese, questo è senza alcun dubbio un crimine molto grave contro il proprio popolo», ha detto Vladimir Putin, citato da Itar-Tass. «Se le autorità di Kiev hanno fatto questa operazione punitiva, allora si tratta semplicemente di una giunta, di una sorta di cricca», ha aggiunto, parlando ad un forum sui media locali a San Pietroburgo, trasmesso in diretta tv. E «Se oggi non sarà fermata la macchina militare essa porterà a un gran numero di morti e feriti», ha detto il ministro russo Shoigu. Il suo collega degli Esteri Serghiei Lavrova da parte sua ha ricordato che «gli Usa e l’Ue hanno tentato di fare l’ennesima rivoluzione colorata in Ucraina. E non si sono dubbi che qui non si parla solo del destino ucraino, cercano di sfruttare l’Ucraina come una pedina nel gioco geopolitico», bollando il cambio di potere a Kiev come incostituzionale.

 

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