Segolene Royal vieta chiacchiere e decolté in sua presenza. E a poco vale la smentita con un tweet

24 Apr 2014 12:22 - di Bianca Conte

Madame e Mademoiselles, il decalogo è questo: abbigliamento “decente” di rigore per il personale femminile del ministero dell’Ambiente, spacchi e mode mini all’indice, decolté in vista vietato e silenzio virtuoso inflessibilmente imposto all’ora del suo pranzo. I regali diktat vengono dalla ministra socialista che all’austerity economica sembra preferire di gran lunga il rigore di un look compassato e di un comportamento low profile. Fa subito sentire il suo imperiale aplomb nel palazzo di Roquelaure la titolare del dicastero dell’ecologia d’oltralpe, Segolene Royal, che ha diramato una circolare interna che, dopo aver lasciato di stucco i dipendenti ministeriali, ha indignato l’opinione pubblica. Il paradossale episodio è stato svelato in esclusiva dal settimanale Le Point, che impietosamente ha riportato i punti essenziali del manifesto dalle imperiali ascendenze, firmato da Segolene che, tra l’altro, prevede all’ordine del giorno che la ministra – nelle ultime ore decisamente più social che socialista – si aggiri nei corridoi del ministero preceduta da un funzionario che ha il preciso compito di annunciarla: così che il personale possa alzarsi in piedi al suo passaggio, come solo per la regina Antonietta prima di lei. E non è tutto: divisa mascherata e araldi a parte, da buon autorevole – o autoritaria? – numero uno del ministero che a lei fa capo, per questioni ambientali come comportamentali, evidentemente, la Royal non dimentica di imporre il divieto assoluto di fumo, dentro e fuori del palazzo, indifferentemente, e alla sua presenza, naturalmente. Altrimenti, che ministero a tutela della politica ambientale sarebbe il suo? Una tutela a tutto campo, quella prevista dalla neoministra francese che, forse a titolo di prevenzione contro un possibile inquinamento acustico, ha addirittura vietato ai membri del suo gabinetto di sostare nei corridoi adiacenti al suo studio, anche per evitare di disturbare con il brusio del chiacchiericcio la sua regale pausa pranzo.
E non è ancora tutto: se qui da noi il premier ha deciso, con il decreto sull’Irpef, di ridisegnare i confini degli uffici dirigenziali, da adeguare alla norma dei tagli promessi, riducendo di una ventina di metri gli spazi del desk, la spending review ecologica di Segolene si è esplicitata a sua volta con l’adozione del sistema del coworking, che prevede la pauperistica condivisione di scrivanie, telefoni, spazi e strumenti professionali.
Contattata per un commento sulla vicenda, la ministra Royal in un primo momento si è limitata ad affermare che si tratta di «un regolamento ministeriale su proposta dei servizi, che è destinato ad uso interno e non a commenti esterni». Poi, travolta dall’onda d’urto delle polemiche, si è anche vista a costretta a rinnegare il tutto con un tweet: «Smentisco ovviamente la voce ridicola a proposito del divieto di decolleté nel ministero!». Aggiungendo qualche hashtag dopo che i tagli – e non gli spacchi e le scollature – rientrano in una politica di rigore «nell’utilizzo dei fondi pubblici». Una crociata contro gli sprechi: quella della stoffa e delle sigarette compresi…

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