Lettura sul sesso gay a scuola, il ministero apre una “indagine”. Il centrodestra all’attacco

29 Apr 2014 19:46 - di

Non si è chiuso con la denuncia dei due professori il caso della lettura in classe del brano di un romanzo con la descrizione di un rapporto sessuale gay al liceo Giulio Cesare di Roma. Il ministero dell’Istruzione chiederà un «approfondimento» sulla vicenda, ha detto il sottosegretario Gabriele Toccafondi a Radio Vaticana,«per arrivare, anche attraverso l’ufficio scolastico regionale, alla verità delle cose. Sulla scuola qualcuno sta giocando una battaglia ideologica – ha affermato Toccafondi -. L’appello è a non giocare sulla pelle dei nostri ragazzi e dei nostri bambini battaglie ideologiche. Il problema educativo, l’emergenza educativa del nostro Paese ha bisogno di molta attenzione e di molto lavoro, ma non ha assolutamente bisogno di queste battaglie». Il mondo politico intanto reagisce: «Ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione per chiedere che si faccia chiarezza su quanto accaduto al liceo Giulio Cesare di Roma. Da quanto si apprende dalla stampa, agli studenti ginnasiali è stato “imposto” come libro di lettura, finalizzato ad un dibattito in classe e alla stesura di un successivo saggio breve, il libro di Melania Mazzuco “Sei come sei”. Nel testo è inserito un passo in cui si indulge su un rapporto orale omosessuale consumato all’interno di uno spogliatoio». Lo ha reso noto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. In particolare Gasparri chiede se rientri nei programmi didattici delle scuole superiori l’educazione sessuale di genere attraverso la lettura di pagine pornografiche. Per l’esponente di Forza Italia sarebbe opportuno che su temi sensibili come questo sarebbe necessario chiedere il coinvolgimento dei genitori, poiché la scuola non deve sostituirsi arbitrariamente a essi. Il vice presidente del Senato ricorda soprattutto che «la divulgazione di materiale pornografico può urtare la sensibilità di studenti che, va ribadito, sono minorenni». Da parte sua Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio nel gruppo misto, ritiene che «leggere testi di natura pornografica a scuola è gravissimo, al di là se si tratti o meno di storie omosessuali. Non manderei mai un figlio in una scuola pubblica dove i professori recitano invece che i versi della Divina Commedia, intrecci che narrano di rapporti orali, in questo caso tra due uomini. Altro che denunce, qui serve un intervento risoluto del Ministro e provvedimenti immediati contro i docenti». Santori a questo proposito ricorda che «(il presidente della regione) Zingaretti deve ancora rispondere a un’interrogazione presentata dal sottoscritto assieme ai colleghi Gramazio e Righini in cui si chiede l’annullamento del progetto di intervento formativo nelle scuole “Bulli e Pupe, ragazzi che faticano a crescere” presentato dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli – afferma Santori -, atto in cui si fa riferimento anche al progetto dell’Unar “Educare alla diversità a scuola”. Poi oggi sentiamo che per una settimana Roma Capitale, dopo le luminarie rainbow, si appresta a promuovere la settimana della cultura Lgbt, tacciando come razzista chi si oppone a queste iniziative. La sinistra sta preparando un violento attacco alla famiglia, ai valori e vuole coltivare con arroganza il progetto di moralizzazione dei nostri ragazzi, togliendo di fatto il diritto delle famiglie di poter educare i propri figli. E chi parla di questo è condannato all’omofobia, nonostante la legge Scalfarotto non sia stata ancora approvata».

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