Un anno da Papa, il racconto di Francesco: «Non sono superman, anche io rido e piango come tutti voi»

5 Mar 2014 9:22 - di Redazione

«Il Papa non va dipinto come superman o una specie di star perché è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti, una persona normale». Così Papa Francesco si racconta in un’intervista in apertura di prima pagina a tutto campo al direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli in occasione del suo primo anno di pontificato. «Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie. Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco – dice. – Quando si dice per esempio che esce di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente». Francesco parla dei rapporti col suo predecessore, Joseph Ratzinger, sottolineando che “il Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione”. «Benedetto – dice – è il primo e forse ce ne saranno altri. Non lo sappiamo. Lui è discreto, umile, abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa, la sua saggezza è un dono di Dio». Un po’ come quella dei nonni, afferma, che “non meritano di finire in una casa di riposo”. Il pontefice riconosce a Ratzinger il merito di aver “aperto una strada” nei casi di abusi su minori, “tremendi perché lasciano ferite profondissime”. «La grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato – spiega Bergoglio. – La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità, eppure è la sola ad essere attaccata». Il Papa afferma che il Vangelo condanna “il culto del benessere”. «L’attuale globalizzazione sferica economica” produce un pensiero unico, debole perché al centro non vi è più la persona umana, solo il denaro». Bergoglio parla anche della famiglia, che “attraversa una crisi molto seria”. «I giovani si sposano poco. Vi sono molte famiglie separate nelle quali il progetto di vita comune è fallito. I figli soffrono molto. Noi dobbiamo dare una risposta». Ma solo riflettendo “molto in profondità” si “potranno affrontare seriamente le situazioni particolari, anche quelle dei divorziati”. Il Papa invita a riflettere non “con la casistica” la questione dei divorziati. Sulle unioni civili sottolinea che pur essendo il matrimonio “fra un uomo e una donna” bisogna vedere “i diversi casi” di patti di convivenza “e valutarli nella loro varietà”. Quanto ai temi della vita e al testamento biologico, Bergoglio sottolinea che “la dottrina tradizionale della Chiesa dice che nessuno è obbligato a usare mezzi straordinari quando si sa che è in una fase terminale”. Ha consigliato sempre “le cure palliative” ma in casi più specifici “è bene ricorrere” a specialisti. Il Papa non ha ancora visto “La grande bellezza”, gli ultimi film che ha visto sono stati “La vita è bella” di Benigni e “La Strada” di Fellini. Un Papa così lungimirante, sul cinema dimostra di essere un po’ indietro.

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