Traffico dei rifiuti: arrestati il patron di Malagrotta Manlio Cerroni e altri sei. Il M5S: Zingaretti si dimetta
Sette persone sono state arrestate dai carabinieri del Noe di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Tra queste, il proprietario dell’area della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, e l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Gli altri arrestati sono Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l’imprenditore Piero Giovi, inoltre Raniero De Filippis e Pino Sicignano. Le indagini sono state condotte dai militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) diretti dal colonnello Sergio De Caprio, anche noto come ‘Ultimo’ (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini.
Manlio Cerroni ha 87 anni ed è il proprietario del Co.La.Ri, il consorzio che gestisce da più di trent’anni la discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, dove va a finire l’immondizia di Roma, Fiumicino e Ciampino. Con lui hanno avuto a che fare tutte le amministrazioni che si sono susseguiti alla guida del Campidoglio, ma è stato con la giunta Alemanno che si è cominciato a discutere del superamento di Malagrotta. Alle frizioni con i politici si sono aggiunti i numerosi filoni d’indagine aperti dalla magistratura che riguardano non solo la gestione di Malagrotta ma anche i lavori per una nuova discarica a Monti dell’Ortaccio.
Uno degli arrestati, Raniero De Filippis, già condannato per danno erariale, è stato nominato dal presidente del Lazio Zingaretti alla direzione regionale di “Infrastrutture e ambiente”. Un caso sottolineato dal M5S che chiede, in seguito agli arresti, le dimissioni del presidente della Regione.