Marò, l’ex-ministro Terzi: convocare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. FdI: Bonino riferisca in aula

11 Gen 2014 12:09 - di Redazione

Convocazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Convocazione del Consiglio Atlantico. E ricorso a un arbitrato obbligatorio fra Italia e India. Sono questi i tre passaggi che l’ex-ministro di Monti alla Farnesina, Giulio Terzi di Santagata, giudica irrinunciabili per riportare a casa, sani e salvi, i marò.
Terzi, che nel marzo dello scorso anno si dimise dalla guida del Dicastero in polemica con Monti, il sottosegretario Staffan de Mistura e il capo di Stato Maggiore De Paola, perché contrario al voltafaccia del governo italiano che restituì i fucilieri di marina all’India, torna ora sulla vicenda. E lo fa ricordando che fu «un errore colossale e gravissimo, far rientrare i militari in India» sottolineando che le sue dimissioni furono dovute proprie a quell’«incredibile dietrofront», insistendo sul fatto che il ritorno in India dei due militari fu uno sbaglio, «con tutti i rischi che ora sono di evidente gravità».
Terzi si definisce «indignato, sorpreso e preoccupatissimo per l’evoluzione, anzi per l’involuzione, della vicenda» anche perché quello che già all’epoca si stava paventando ha preso corpo come un incubo.
Dopo dieci mesi «abbiamo ottenuto il riscontro oggettivo sulla fondatezza delle diffidenze che esprimemmo dalla Farnesina per gli affidamenti offerti dall’India al momento della ripartenza dei nostri militari» e, per questo, ora non resta che una strada percorribile: «un’azione diplomatica forte visto che i nostri militari sono seriamente a rischio in India».
In particolare per l’ex-titolare della Farnesina, «l’Italia deve chiedere urgentemente la convocazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per contestare la sottrazione in alto mare di una forza armata di un Paese che è un onesto partecipe di diverse operazioni in altre parti del mondo». Inoltre, ipotizza Terzi, «l’Italia deve chiedere una immediata convocazione del Consiglio Atlantico» e un arbitrato obbligatorio tra i due Paesi che, «era e resta il passaggio obbligato».
Prosegue, intanto, il conto alla rovescia sulla decisione che dovrà prendere l’India entro domani su Latorre e Girone, se, cioè, applicare la legge antipirateria, come stanno chiedendo con pressioni di diverso genere tanto la polizia della Nia quanto alcuni politici indiani o se, viceversa, applicare la normativa che non prevede la pena di morte.
Nell’attesa sono molte e molto dure le reazioni del mondo politico italiano sul governo indiano accusato di non tenere fede a quanto assicurato recentemente. Fratelli d’Italia chiede l’intervento in aula del ministro Emma Bonino mentre Fabrizio Cicchitto (Ncd) si augura che il governo porti la questione in sede Onu. La vicenda dei due marò sta svelando il volto di un Paese, l’India, che manca di parola di fronte al consesso internazionale pregiudicando la sua reputazione e la sua credibilità. Un comportamento che rischia di rivelarsi un bomerang per l’immagine stessa del Paese. In queste ore si stanno, fra l’altro, preparando diverse manifestazione di fronte all’ambasciata indiana di Roma, in via XX Settembre.

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