Legge elettorale, l’Italicum arriva in commissione. Si accende il dibattito sulle preferenze. I grillini optano per il proporzionale

23 Gen 2014 9:46 - di Redazione

Prosegue a ritmo serrato il dibattito sulla legge elettorale mentre l’Italicum approda alla Camera. Insieme al Pd firmano Forza Italia e Nuovo centro destra ma non  c’è la contestata norma ‘salva-Lega’ (aggiramento della soglia di sbarramento se un partito raggiunge il 10% in tre regioni). Il testo prevede un premio del 18% per chi arriva al 35%. Liste bloccate di massimo sei nomi con la presenza del 50% di donne. Per accedere alla Camera le coalizioni devono prendere almeno il 12% dei voti. Le singole liste coalizzate devono arrivare al 5%, all’8% le liste non coalizzate. Il testo prevede anche il divieto di candidature multiple.

Oggi Roberto D’Alimonte, l’esperto che ha affiancato Renzi nella trattativa con Berlusconi, spiega a Repubblica che “con lo sbarramento al 5 per cento nel prossimo Parlamento approderanno cinque partiti, ‘Pd, Fi, Ncd, M5S e Lega”, mentre le liste bloccate ”non sono il male assoluto. Possono essere usate molto bene, per esempio per equilibrare la presenza di genere”. ”Avrei preferito – aggiunge – un sistema basato sui collegi uninominali e sul doppio turno. Ma ci siamo trovati di fronte alla netta ostilità di Berlusconi”, convinto ”che al secondo turno molti dei suoi elettori non vadano a votare, per pigrizia”. D’Alimonte spiega che non sono riusciti ad alzare la soglia fissata per il premio, 35%, ”evidentemente – spiega – Berlusconi spera di vincere al primo turno, evitando il ballottaggio”. Il premio del 18 per cento dei seggi non è a suo avviso troppo alto: ”l’unico modo per rendere governabile l’Italia è un sistema maggioritario. Anzi, dis-proporzionale”. ”Ai sostenitori delle preferenze – aggiunge – vorrei ricordare che in Lombardia solo il 14 per cento degli elettori le ha usate, alle ultime regionali, contro il 90 per cento degli elettori calabresi. Allora mi domando: le preferenze favoriscono il voto di opinione o sono uno strumento di chi fa politica con metodi clientelari, se non addirittura criminali? E poi: le preferenze alzano a dismisura i costi delle campagne elettorali, portano corruzione e indeboliscono i partiti che diventano comitati elettorali”.

Contro la reintroduzione delle preferenze e a favore dei collegi uninominali si schiera sul Corriere Angelo Panebianco, mentre la prima consultazione tra gli iscritti al Movimento Cinquestelle vede uscire favorito il sistema proporzionale (20mila iscritti lo sostengono contro i 12mila che opterebbero per il maggioritario).

 

 

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