Legge elettorale, il 29 inizia il duello in aula. Alfano converge sull’Italicum, Cuperlo proverà a sabotarlo
C’è una sola settimana di tempo per limare l’accordo e per apportare eventuali “modifiche” alla bozza Renzi-Berlusconi sul modello “Italicum”, poi inizierà la battaglia in aula. La Camera avvierà la discussione della legge elettorale nel pomeriggio del 29 gennaio: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio mentre le votazioni sul testo avranno inizio il 30 gennaio. Anche gli alfaniani, in apparenza soddisfatti, hanno sottoscritto il testo base insieme con Pd e Forza Italia. Sulla carta, dunque, c’è una vasta maggioranza a prova di scrutinio segreto. Ma in realtà le richieste di modifiche sono tante, forse troppe. Sul piede di guerra c’è la minoranza del Pd che chiede lo stop alle liste bloccate, l’aumento della soglia del premio di maggioranza, l’abbassamento della soglia dell’8 per cento per le forze non in coalizione e l’alternanza della presenza di un uomo e una donna sulla lista. La minoranza del Pd ha messo a fuoco quattro punti su cui intervenire e domani in una riunione dei membri della commissione Affari Istituzionali chiederanno che diventino emendamenti del Pd. «Come Renzi è riuscito a convincere Berlusconi sul doppio turno, noi pensiamo che se ci convinciamo tutti insieme e Renzi si convince arriveremo al risultato che ci chiedono gli elettori delle primarie», replica il bersaniano Alfredo D’Attorre ai giornalisti che gli chiedono se presenteranno emendamenti di area nel caso in cui il Pd non decidesse di portare dei miglioramenti alla proposta. Contro le liste bloccate, i cuperliani propongono o le primarie per legge o i collegi o le preferenze, “una battaglia – sostiene la minoranza – non di corrente ma proprio nell’interesse della governabilità”. Immediata la replica dei renziani: «Ho la sensazione che qualcuno anche nel Pd voglia tenersi il proporzionale puro e voglia tenersi stretto anche il Senato», dice Davide Faraone, membro della segreteria Pd.
Tra chi proverà a modificare l’Italicum c’è Fratelli d’Italia, tra i partiti più critici sul fronte delle preferenze: «Il giudizio generale è che questa proposta di legge elettorale sia una via di mezzo tra il “porcellum” e il “verdinum”, sistema da sempre sognato e decantato da Denis Verdini. Nasce per ammazzare tutti i non allineati fuori dai grandi partiti e all’interno dei partiti. Ci riconsegna un Parlamento di nominati che risponde al capo, perché da quello che dicono pare che gli italiani non siano nella condizione di scegliere da soli i propri rappresentanti».
Anche Scelta Civica si smarca dal «prendere o lasciare» di Renzi. «Siamo intenzionati a correggere il testo nel corso della discussione parlamentare, anche su punti importanti, per renderlo pienamente compatibile con la Costituzione e davvero «italico», cioè inserito nella storia buona del nostro Paese», dichiara Renato Balduzzi, costituzionalista e responsabile riforme di Scelta Civica.