Afghanistan, sfida ai talebani: per la prima volta una donna a capo della polizia di Kabul
In India vengono stuprate, in Arabia Saudita non possono guidare e non possono andare neppure in altalena, in Afghanistan non godono di nessun diritto. Ma proprio nel regno dei talebani per la prima volta una donna diventa capo della polizia locale. Il colonnello Jamila Bayaz, 50 anni, ha ottenuto il più alto incarico mai conferito a una donna all’interno del corpo di polizia. Il distretto gestito della Bayaz, il più centrale dei dieci della città, comprende il palazzo presidenziale, le sedi di numerosi ministeri e della banca centrale, nonché i principali mercati dell’oro. In precedenza, la Bayaz aveva lavorato in altri dipartimenti di polizia, in quello omicidi e in quello narcotici. Sono circa 1.500 le donne attualmente presenti nell’organico della polizia afghana, per lo più addette a mansioni amministrative o ad affari legati specificamente a reati femminili. In un intervento durante la cerimonia, il portavoce del ministero dell’Interno, Siddiq Siddiqi ha annunciato che entro la fine del 2014 il numero di donne poliziotto salirà a diecimila, con l’assegnazione anche di incarichi rilevanti. Bayaz ha promesso di “servire” il suo «popolo oppresso». Il capo della polizia della capitale, Mohammad Zahir, ha espresso la speranza che Jamila possa «fare del suo meglio per mantenere la sicurezza e la stabilità nel distretto». Un segnale di “apertura” e di modernità che viene letto come esempio dei progressi compiuti da quando i talebani sono stati cacciati dal potere nel 2001. Ma, gli attivisti per i diritti umani, temono che queste conquiste verrano erose dopo il ritiro completo delle forze della Nato.