Marine Le Pen a Hollande: svegliati, la Guerra fredda è finita da un pezzo

17 Dic 2013 10:42 - di Gloria Sabatini

Il campione del socialismo politicamente corretto, François Hollande, ha nostalgia della Guerra fredda? L’irremovibile e machissimo forfait alle Olimpiadi invernali di Soci in Russia finisce sotto l’ironia di Marine Le Pen, che si dice “sotto choc” alla notizia che l’inquilino dell’Eliseo non andrà al taglio del nastro del prossimo 7 febbraio. «Uno potrebbe avere l’impressione che egli viva ancora ai tempi della Guerra fredda. Ma i Giochi Olimpici simbolizzano la pace e non è più tempo per speculazioni politiche», ha detto la leader del Front national intervistata dal  quotidiano di Mosca fondato nel 1917, Izwestia, «se fossi invitata ai Giochi ci andrei con molto piacere». E non è escluso  che l’amico Putin ci faccia un pensierino, dopo che un laconico Laurent Fabius ha annunciato che la partecipazione delle più alte autorità francesi, infatti, «non è prevista». «Un caso di aperta ostilità diplomatica», taglia corto Ludovic de Danne, responsabile per gli Affari europei del partito fondato da Jean-Marie Le Pen. Ma perché questa rinnovata (e fuori tempo massimo) faccia feroce di Parigi nei confronti di Mosca? Hollande, in caduta libera nei sondaggi e nemico giurato della Francia profonda, ha scelto di accodarsi al piccolo esercito dei resistenti (il presidente tedesco Joachim Gauck, la commissaria europea Vivianne Reding e forse Barack Obama) che non andrà a stringere la mano a Putin in occasione dell’inaugurazione dei Giochi invernali. A irritarlo, neanche a dirlo, è la legge sui gay voluta dal Cremlino e dallo stesso Putin, che un campione dei diritti come monsieur le president non può tollerare. E allora Hollande, che è riuscito nel miracolo di compattare contro di sé un massiccio fronte trasversale come mai era accaduto nella storia della Repubblica francese, rispolvera vecchi codici in disuso, antichi tic da Guerra Fredda fino a rimpiangere il drammatico rito del boicottaggio alle Olimpiadi di quando il mondo era spaccato a metà come una mela e ciascuno aveva la presunzione di rappresentare tutto il bene contro tutto il male. Memorabile la defezione della delegazione americana ai Giochi di Mosca del 1980 per protesta con l’invasione russa dell’Afghanistan. Oggi però, il presidente socialista francese dovrebbe saperlo, il mondo è cambiato. Persino i suoi elettori lo hanno capito.

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