Berlusconi: riforme sì, ma al primo posto viene la giustizia

4 Dic 2013 20:07 - di Antonio Pannullo

Mentre impazzano le ironie sulla candidatura di Silvio Berlusconi in Bulgaria, il diretto interessato smentisce: «Non ci ho mai pensato e ho visto con con stupore la notizia apparsa sui giornali e nessuno ha pensato di chiamarci per conferma», ha detto alla presentazione del libro di Bruno Vespa “Sale, zucchero e caffè”. E precisa: «Sono ancora nell’atmosfera di chi, sincero democratico e innamorato della libertà, sente di stare in un Paese che non è più democratico. Non ho nemmeno pensato ad alternative a stare qui per combattere ancora per la nostra libertà. Da quando mi occupo di politica la democrazia è stata messa diverse volte a rischio», sottolinea. Berlusconi poi parla di politica: «Gli inizi di Matteo Renzi facevano vedere in lui una persona assolutamente moderata e si vedeva la provenienza dai giovani della Dc». Poi si ferma e non aggiunge commenti negativi: «Non ho mai parlato male dei miei competitor», dice. E scherza con chi gli domanda se Renzi sia un piccolo Berlusconi, il Cavaliere risponde ironico: «Non posso fare questa affermazione, non vorrei offenderlo…». E diventando serio: «Non posso fare una previsione, so che molti immaginano che una volta che Renzi sarà segretario del partito non possa restare alle prese con la mole di lavoro del segretario a lungo e che quindi sarà il Pd a decidere di andare alle elezioni per dare vita ad una vittoria». Su come dovrebbe essere scelto il leader della coalizione, «la risposta è quella del 2012 quando io mi ero ritirato dal fronte e avevo lasciato Alfano che aveva fatto la proposta delle primarie e questa sarà la soluzione se ci sarà questa legge e si dovranno fare le coalizioni». A proposito di coalizioni, Berlusconi precisa che «dal ’94 abbiamo sempre chiesto l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Per noi andava anche bene un sistema alla francese in cui il presidente ha molti poteri e sceglie presidente consiglio». Sul neonato partito, Berlusconi ritiene che «Forza Italia potrebbe partecipare alle riforme e dare l’ultimo voto necessario sull’articolo 138 se avessimo la certezza che la prima riforma costituzionale fosse una riforma completa e profonda della giustizia». Berlusconi frena su quanti vorrebbero uscire dall’eurozona: «Non credo che sia così facile abbandonare l’euro e riprendere la nostra sovranità, vanno riviste le politiche legate all’euro e rivedere il ruolo della Bce contando in Europa», tornando a criticare la Merkel: «Vanno cambiate le ricette di austerità delle proposte che la Germania fa a suo vantaggio». E risponde alla domanda “far politica per sempre”? «Non l’ho mai pensato. Avevo individuato in Alfano il mio possibile successore e mi ero ritirato in secondo piano. Poi sono stato recuperato con forza, ho sentito la responsabilità di rimettermi in gioco. E la sento ancora adesso perché temo per la libertà del mio Paese dalla sinistra, come nel ’94, ma con una complicazione in più per la presenza del M5S, il partito dell’antipolitica». Silvio Berlusconi chiede agli italiani di «aprire gli occhi e dare la maggioranza assoluta a Forza Italia», dicendosi convinto che «molti italiani vedendosi avanti una vittoria elettorale del giustizialismo di sinistra alleato con l’ipergiustizialismo dei 5 Stelle decideranno di trasferirsi in un altro Paese».

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