Trento, la provincia resta alla sinistra. Delude il centrodestra, crollano i grillini. Cresce la pasionaria Klotz
In Trentino per la Provincia autonoma di Trento si delinea il successo del candidato Ugo Rossi, sostenuto dal Pd (primo partito al momento con il 22,73% dei voti) ma esponente degli autonomisti del Patt (Partito autonomista trentino tirolese): con oltre due terzi delle sezioni scrutinate si trova intorno al 58%. Seguono con il 19% l’autonomista Diego Mosna (Progetto Trentino e altri movimenti locali) e poi al 6% il leghista Maurizio Fugatti. Dopo di lui Filippo Degasperi del M5S (5,7%), Giacomo Bezzi di Forza Trentino-Forza Italia (4,22), Emilio Arisi di Sel (1,71%), Cristano de Eccher di Fratelli d’Italia (1,62%). Il voto segna un forte calo del centrodestra: nel 2008, il candidato della coalizione che comprendeva Pdl, Lega Nord, La Destra e altri, raggiunse il 36,5%. Anche nei voti di lista Forza Trentino/Pdl scende dal 14.80 % (2008) al 5,2%; la Lega Nord da 17,05% al 6%. Tra le liste, boom del Patt che trainato da Rossi vola oltre il 17%. Il Movimento 5 Stelle, come in altre consultazioni locali degli ultimi mesi, non riesce a ripetere l’exploit delle politiche di febbraio, in cui (a Trento e provincia) aveva superato il 20%. A Bolzano le urne confermano, da previsioni, la Suedtiroler Volkspartei (Svp) primo partito altoatesino (45,6 %), in calo però di circa 2 punti sul 2008. Vanno evidenziati i significativi incrementi rispetto al 2008 sia dei Die Freiheitlichen con il 18 % (la vera opposizione del partito della “stella alpina”) che del movimento popolare secessionista della “pasionaria” Eva Klotz, della Suedtiroler Freiheit (7,2 %). Tra gli altri, in crescita i Verdi (ben oltre l’8%), tiene il Pd. Negativo anche a Bolzano il risultato dei partiti di centrodestra con la coalizione Forza Alto Adige (Pdl)-Lega Nord-Team Autonomie che naviga sotto il 3%. Poco sopra i 2 punti percentuali anche L’Alto Adige nel cuore e Movimento Cinque Stelle (aveva preso l’8,3% alle Politiche): i “grillini” dovrebbero però eleggere un rappresentante in consiglio, per la prima volta. I seggi dei consiglieri di madrelingua italiana da otto sicuramente scenderanno a sette se non addirittura a sei. Con questi numeri rischia di calare a uno l’assessore di lingua italiana in giunta.